”Non lasciatevi mai sopraffare da nessuno. Siate voi stesse fino in fondo come lo sono io adesso. Siate quel che siete e se decidete di cambiare fatelo soltanto perché lo avete deciso voi”. Traspare un forte senso di determinazione dalle parole che Lucia Annibali, 37 anni, avvocatessa, ha scritto nel messaggio inviato al convegno “La polizia a difesa delle donne”. L’incontro si è tenuto martedì mattina a Pesaro in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, istituita dalle Nazioni Unite nel 1999.

Proprio a Pesaro un anno e mezzo fa Lucia subì un’aggressione con l’acido: il mandante era Luca Varani, ex fidanzato con cui la donna aveva “una relazione malata”, condannato a venti anni di reclusione per il crimine commesso. Lucia, nonostante il volto sfigurato, nonostante il dolore, iniziò allora a dedicare la propria vita alla sensibilizzazione sul tema del femminicidio. E della lotta alla violenza sulle donne è diventata così un simbolo a livello nazionale.

Il messaggio dell’avvocatessa continua così: ”So bene per esperienza personale che uscire dal buio in cui ti confina un ‘non amore’ è difficilissimo. Tutto si può superare se serve a ritrovarsi, a tornare a essere se stesse, a essere libere, finalmente. Tutto si può superare se si sceglie di essere felici”. Secondo un rapporto Eures, nel 2013 in Italia 179 donne, una ogni due giorni, sono state uccise dal proprio partner. Ma, a dispetto di questi dati, per un italiano su tre la violenza domestica sulle donne è un fatto privato da risolvere dentro le mura di casa. Per uno su quattro, se una donna resta con il marito che la picchia diventa corresponsabile della violenza.

Il discorso di Lucia si è concentrato anche sull’importanza del ruolo delle forze dell’ordine: “Denunciare è un passaggio straziante, spesso, per chi vive una situazione di violenza. Fate in modo, voi poliziotti, voi dei centri antiviolenza, voi carabinieri, voi chiunque siate… fate in modo che una donna che viene da voi a consegnarvi la sua vita si senta al sicuro, protetta dalla vostra comprensione, prima di tutto, e poi dalla vostra professionalità e dalla vostra capacità di affrontare un problema per lei così enorme”. L’avvocatessa ha infine lanciato un appello alle donne, affinchè stiano vicine a quelle amiche e famigliari che si ritrovano in una condizione di abuso. “Aiutatela a capire che la denuncia può salvarla e se non la convincete in quello cercate almeno di convincerla a lasciarlo. Non abbandonatela mai. Non lasciate che sia lei la nemica di se stessa”.
Andrea de Cesco