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Luigi Preiti preso in consegna dai carabinieri all'uscita del pronto soccorso

«Cosa ho fatto? Non lo so. Non so spiegare». Luigi Preiti in cella non fa che ripetere questa frase. L’autore della sparatoria davanti a Palazzo Chigi nel giorno dell’insediamento del governo Letta si trova in cella a Rebibbia, in isolamento, sorvegliato dagli agenti di polizia penitenziaria e da una telecamera accesa 24 ore su 24. Alterna periodi di silenzio prolungato, seduto con lo sguardo perso nel vuoto, a sfoghi improvvisi: «Non potevo più mantenere mio figlio, ero disperato. Ma cosa ho fatto? Non lo so», si ripete.

Preiti ha ferito due carabinieri, uno dei quali, il brigadiere Giuseppe Giangrande, è al momento in gravi condizioni. Il pm non chiederà la perizia psichiatrica, perché stando alle prime ricostruzioni il 49enne di Rosarno avrebbe agito nel pieno delle sue capacità. «Luigi è sicuramente una persona disperata, ma questo non può giustificare assolutamente quello che ha fatto. Sono convinta, però, che anche la politica abbia le sue colpe e che dovrebbe riflettere su quanto è accaduto». Lo ha detto Girolama Preiti, sorella di Luigi. La sua ex moglie, Ivana Dan, ripete anche lei: «Luigi non è mai stato violento con nessuno».

Lucia Maffei