Sabbia dorata, vento fresco, poche nuvole contro il cielo chiaro. Colleville-sur-mer potrebbe sembrare un paesino di mare qualunque, se non fosse per delle gigantesche lame di metallo che emergono dalla terra fendendo l’aria. È il Monument Signal, e questa è Omaha Beach. Stivali inglesi, americani e canadesi hanno conosciuto la spiaggia ben prima dei villeggianti di tutto il mondo: nel 1944, settantacinque anni fa, iniziava con il Delivery Day, lo sbarco in Normandia, la fine di una carneficina che andava avanti da cinque anni.

Un grande sacrificio – Oggi sono poche centinaia di sopravvissuti a portare il peso della gigantesca operazione militare che ogni anno torna a vivere sulle coste del nord della Francia. E non solo a Omaha: a ricordare quello che è stato, e ammonire su quello che si è scampato, sono rimaste anche le spiagge di Utah, Sword, Juno, Camping, Gold. Tutte hanno le loro targhe, i loro cimeli, le loro tombe: lì nomi inglesi, americani e canadesi si confondono con quelli polacchi e francesi, come si confondono i passi di chi viene a posare fiori sulle loro croci. E il sei giugno, nell’anniversario di quel fatidico sbarco tanto immortalato nella cinematografia (basti ricordare Salvate il soldato Ryan e Band of brothers), si ritrovano su questi lidi i maggiori capi di Stato del mondo.

Una memoria che unisce – Le celebrazioni sono iniziate ieri, 5 giugno, nel giorno in cui il generale americano Dwight Eisenhower aveva dato l’ordine definitivo di invasione della Francia occupata dai nazisti. Una tribuna d’onore piazzata sulla spiaggia di Portsmouth, nel sud dell’Inghilterra, ha ospitato per l’occasione sedici capi di Stato e rappresentanti tra i più importanti al mondo. La cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente francese Emmanuel Macron, il primo ministro canadese Justin Trudeau, la premier britannica (alla sua ultima celebrazione ufficiale) Theresa May, e in prima fila la regina Elisabetta II d’Inghilterra e il presidente americano Donald Trump. Non hanno però ricevuto onori: tutti erano presenti per rendere omaggio ai trecento sopravvissuti degli sbarchi del ’44 e ai 156mila imbarcatisi per liberare la Francia dalla morsa di Hitler. Lettere, memorie ma anche il lancio con il paracadute del reduce 97enne Tom Rice hanno celebrato quella che re Giorgio VI, padre di Elisabetta, aveva riconosciuto come prima caratteristica dei soldati in partenza: «Una risolutezza invincibile». Celebrando la scomparsa dei molti che non sono tornati, la regina inglese ha però ricordato che «il loro eroismo, coraggio e sacrificio non sarà mai dimenticato». Su queste parole i rappresentanti delle sedici nazioni presenti (con le assenze tra gli altri di Italia, Cina e Russia) hanno firmato una dichiarazione per impegnarsi a «risolvere pacificamente le tensioni internazionali».

Incontri importanti – Ripercorrendo le stesse tratte delle navi alleate, le celebrazioni si spostano oggi dall’Inghilterra alla Francia. Molti si sono diretti a Bayeux, al più grande cimitero di soldati del Commonwealth. Emmanuel Macron e Theresa May hanno svelato la prima pietra di un futuro memoriale inglese a Ver-Sur-Mer, dove il presidente francese ha ribadito i legami tra Francia e Regno Unito (nonostante la Brexit e le spinte di Trump verso l’alleato oltreoceano): «A qualunque costo, staremo sempre l’uno a fianco dell’altro perché è il nostro destino comune». Il presidente Macron e la first lady francese hanno poi accolto i loro omologhi americani a Colleville-sur-mer, dove sono arrivate da ogni parte del mondo 12mila persone, tra cui 45 veterani del D-Day e altri cento della Seconda Guerra Mondiale. Al cimitero militare il capo dell’Eliseo ha ringraziato con un inchino i soldati americani e tutti gli Stati Uniti (nonostante le recenti tensioni su clima e nucleare) per la libertà della Francia, che «non dimentica il loro sacrificio». Ha poi esortato a «non smettere mai di far vivere l’alleanza dei popoli liberi», richiamando realtà multilaterali verso cui il presidente americano non ha dimostrato la propria simpatia: le Nazioni Unite, la Nato e l’Unione Europea.