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Il Carnevale di Venezia è cominciato l’11 febbraio e andrà avanti fino al 28, martedì grasso. Il sottotitolo della manifestazione è “Vanity af(fair”, un «invito a soddisfare la voglia di apparire, di strafare, di essere qualcun altro, o dieci persone insieme anche solo per un giorno». Eppure di persone, a Venezia, sembra ce ne siano già troppe. «Io credo al numero chiuso. Venezia non può sopportare più di un certo numero di visitatori al giorno, quindi i flussi vanno rigorosamente regolamentati». Luca Zaia, presidente del Veneto, affida alle colonne del Corriere della Sera la risposta alle parole che Ernesto Galli della Loggia ha scritto il 14 febbraio sulle pagine dello stesso giornale. «Il turismo è come veleno», aveva commentato l’editorialista. Zaia, pur non ammettendo di essere d’accordo con questa definizione, sottolinea: «la mia posizione è chiara». A Venezia serve il numero chiuso.

Le accuse. «Venezia è il simbolo massimo del collasso del nostro patrimonio urbano, paesaggistico e artistico. Basti pensare che ogni anno si abbatte sulla città la quantità inaudita di circa 30 milioni di turisti». Galli della Loggia scrive di una «Disneyland veneziana, una città fantasma», in cui quotidianamente migliaia di turisti «calpestano, urtano, affollano tutto all’inverosimile, si sdraiano dovunque e soprattutto vanno alloggiati e rifocillati», alimentando il business di «pizzerie, kebab» e alloggi illegalmente adibiti a bed and breakfast clandestini. Per questa situazione il commentatore si scaglia contro chi avrebbe interesse a «sfruttare selvaggiamente le risorse turistiche della città», a cominciare dal sindaco Luigi Brugnaro. Ma non solo. L’assenza di un’autorità politica nazionale responsabile per il turismo lascia la questione in mano alle Regioni. E quindi al presidente Zaia.

Le risposte. Iniziare dalla regolamentazione dei flussi con un numero massimo di accessi, senza oneri da pagare all’ingresso. Il governatore Zaia risponde così alle accuse. Ma la vera soluzione sarebbe un’altra. «L’autonomia del Veneto e uno Stato federale. Questa è l’unica soluzione. Ci arriveremo attraverso il referendum. Sarà una battaglia contro chi spreca». Quanto alle altre accuse di Galli della Loggia (relative alla presenza delle grandi navi nel Canal grande veneziano e all’inchiesta sul Mose), Zaia si difende puntando il dito contro lo Stato e la «Roma ladrona» da cui vorrebbe presto staccarsi. Non parla di indipendenza invece il sindaco Brugnaro nella sua risposta a Galli della Loggia ma continua sulla strada dei limiti ai flussi. Blocco ai kebab, agli affittacamere irregolari e un piano per regolamentare gli accessi da sperimentare già la prossima estate. Da novembre, dopo che il sindaco e l’ex premier Matteo Renzi hanno firmato il Patto di Venezia (10 milioni per sistemi sperimentali di gestione), la commissione consiliare ha raccolto una ventina di proposte – dagli accessi contingentati a San Marco al numero chiuso – che verranno ora analizzate dal gruppo di lavoro e presentate alla giunta della città.

Il turismo. Nel 2015, il numero delle presenze turistiche nel Comune di Venezia (pari ai pernottamenti) ha superato i dieci milioni, aumentando del 2% rispetto al 2014. È quanto emerge dall’Annuario del Turismo a Venezia pubblicato nel settembre 2016. Il numero sale se si considerano i circa 15 milioni di turisti “mordi e fuggi” che non pernottano ma affollano quotidianamente i canali della città. I picchi si registrano in estate, a capodanno e durante il Carnevale, periodi in cui, ogni anno, puntualmente, si ripresenta il tema del controllo degli accessi. Il 23 agosto 2016 il governatore Zaia si era infatti già espresso sulla questione del «turismo cafone» a Venezia. «La soluzione per fronteggiare la maleducazione di alcuni turisti a Venezia è prevedere, sulla falsariga di quanto avviene nello sport, un Daspo per tutti coloro che si comportano male». Una notte in carcere per chi urina in strada dunque, perché, secondo Zaia, «basta punire uno per educarne cento». E per l’eccessivo numero di turisti? Serve la prenotazione. «Ormai si fa per ogni cosa, dallo sci al cinema, per cui non sarebbe problematico programmare sul web anche una visita a Venezia».

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