COLOSSEOVenerdì un altro sciopero. Dopo quello di domenica 23 giugno, il Colosseo rimarrà ancora chiuso. È il monumento più visitato d’Italia. La rabbia è tutta dei turisti. Ma la protesta dei lavoratori del Ministero dei Beni culturali non vuole solo creare disagio, come fa uno sciopero dei trasporti. Piuttosto preannuncia ciò che potrebbe diventare la normalità. L’assenza di risorse e il personale ridottissimo rendono impossibile l’apertura domenicale dell’anfiteatro più famoso del mondo.

I sindacati hanno la solidarietà del sindaco Ignazio Marino e del Presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti. Secondo il senatore Pd Raffaele Ranucci, “il governo deve spiegare quali politiche vuole adottare per la tutela dei Beni culturali” e chiede un piano nazionale per il turismo. Ranucci ha già presentato un’interrogazione parlamentare al ministro dei beni culturali.

Massimo Bray, nell’ultima settimana, ha fatto discutere per una circolare molto brusca, nella quale le inefficienze nella gestione di musei e monumenti viene attribuita ai dirigenti. Poi, nella mattinata del 25 giugno, dopo essersi scusato, ha chiarito in un’intervista a La Repubblica di pensare a un riassetto del ministero. Ma, dice, “chi ha lavorato bene non ha nulla da temere”.

Per quanto riguarda il Colosseo, Bray ha confermato che i problemi riguardano la mancanza di risorse, mentre i lavoratori: “Fanno un lavoro enorme, con uno stipendio scandalosamente inadeguato”.

Vincenzo Scagliarini