Uber di nuovo sotto attacco. Dopo le proteste dei tassisti di Milano, l’app americana per prenotare – via smartphone – auto private con guidatore, ora è diventata un caso anche a Genova. La Procura della Repubblica del capoluogo ligure ha aperto infatti un fascicolo d’inchiesta contro il servizio. A presentare l’esposto/denuncia sono stati i legali della cooperativa locale Radio Taxi, secondo cui i costi della licenza dei tassisti “legali” sono molto alti, mentre i guidatori delle auto private non ne devono pagare.

Il reato imputato a Uber è “somministrazione illecita di manodopera” e quindi violazione del decreto legislativo n.276/2003 che regola il mondo del lavoro. Si tratterebbe, di fatto, di esercizio abusivo della professione. Per il momento il fascicolo è stato aperto a carico di ignoti, ma si potrebbe arrivare ad indagare sui vertici dell’azienda, così come sugli autisti.

Il sostituto procuratore Sabrina Monteverde, a cui è stato affidato il caso, ha richiesto di acquisire tutta la documentazione necessaria e le relative autorizzazioni in possesso di Uber. Se queste non risultassero in linea con la normativa italiana, il caso potrebbe avere delle pesanti ripercussioni economiche sull’azienda e aprirebbe un precedente.

Cecilia Mussi