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Mons. Scarano, ex contabile dell’Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica

Finte donazioni milionarie usate in realtà come schermo per un complesso meccanismo di riciclaggio. Si aggrava la posizione giudiziaria di monsignor Nunzio Scarano, l’ex contabile dell’Apsa, Amministrazione patrimonio Sede Apostolica, già ai domiciliari dallo scorso giugno per aver cercato di riportare in Italia venti milioni di euro. La Procura di Salerno ha emesso nei suoi confronti un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari con l’accusa di concorso in riciclaggio e falso. Oltre al prelato, i destinatari dei provvedimenti sono il sacerdote Luigi Noli, anch’egli agli arresti domiciliari, e il notaio Bruno Frauenfelder, per il quale è stato disposto il divieto temporaneo di esercitare l’attività professionale.

Secondo l’inchiesta, mons. Scarano avrebbe riciclato diversi milioni di euro attraverso un sistema di finte donazioni. Si indaga su versamenti di somme illecite su conti presso lo Ior, reimpiegate per l’acquisto di beni, costituzione di società e l’estinzione di un mutuo. Il meccanismo elaborato dal prelato e dagli altri indagati – 52 in totale – era molto complesso. Monsignor Scarano avrebbe contattato una sessantina di persone, individuate grazie all’aiuto della sua commercialista, chiedendo a ognuna di loro di compilare un assegno circolare con somme intorno ai diecimila euro. Poi gli assegni servivano per ripianare i debiti di una società immobiliare, titolare di alcune abitazioni nel centro storico di Salerno. Secondo gli inquirenti, gli assegni erano solo uno stratagemma e, al momento della consegna, i donatori ricevevano l’equivalente in denaro contante.

I finanzieri hanno sequestrato i conti correnti intestati a Scarano e giacenti presso lo Ior. Conti sui quali il prelato disponeva di notevoli somme, oltre cinque milioni di euro, derivanti dai componenti della famiglia di armatori romani D’Amico, anche mediante il ricorso a società offshore in paradisi fiscali. Tali somme, all’apparenza destinate a finalità assistenziali e benefiche, sarebbero invece state utilizzate dal monsignore per investimenti immobiliari tra cui un appartamento di 17 vani a Salerno e la costituzione di società immobiliari.

Alla notizia del nuovo ordine di custodia cautelare ai domiciliari monsignor Scarano, soprannominato “Monsignor 500” per la grande disponibilità di banconote da 500 euro, si è sentito male. Il suo avvocato ha annunciato che chiederà ai magistrati l’intervento dello psichiatra che già lo tiene in cura.

Francesco Loiacono