Nel 2035, una persona su quattro soffrirà di obesità. È quanto emerge dal quinto Atlante Mondiale sull’Obesità pubblicato il 4 marzo scorso dalla Federazione Mondiale per l’Obesità (WOF). Un tempo prerogativa dei Paesi occidentali, questa patologia è in netto aumento anche nel resto del mondo: nessuna nazione ha infatti riportato un declino dei livelli di obesità. Sembra quindi irraggiungibile per tutti l’obiettivo posto per il 2025 dall’organizzazione mondiale della Sanità (OMS) che prevedeva di mantenere sotto controllo l’obesità: cioè di restare ai livelli del 2010.

Le previsioni per il 2035 – Tra il 2020 e il 2035 è prevista una crescita del 100% dell’obesità infantile. Quasi due miliardi di persone vivranno con l’obesità. Se si contano anche quelle sovrappeso, il numero sale a 4 miliardi, cioè più della metà della popolazione mondiale. L’aumento più marcato si registra tra bambini e adolescenti, dove a livello globale si passerà dal 10% al 20% di incidenza tra i maschi e dall’8 al 18% tra le femmine. Le stime si basano sulle tendenze pubblicate tra il 1975 e il 2016. L’Atlante esce ogni anno in occasione della Giornata Mondiale dell’Obesità, istituita per invertire l’andamento di questa crisi globale. Il suo scopo è di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sul tema dell’obesità e sui suoi effetti sulla salute, per incoraggiarne la prevenzione e lottare contro discriminazioni, pregiudizi e l’uso di un linguaggio stigmatizzante nei confronti di chi vive con l’obesità.

I trend globali di obesità tra bambini e adolescenti (World Obesity Atlas 2023)

Le conseguenze per la salute –  Oltre 4 milioni di persone ogni anno muoiono a causa del sovrappeso o dell’obesità. Si parla di sovrappeso quando l’Indice di Massa Corporea (IMC) è superiore a 25, mentre è obesità se supera il 30. L’importanza di affrontare il tema, a partire dalla prevenzione, emerge dagli effetti che ha sulla salute delle persone. Sono 38 le principali comorbidità associate all’obesità, tra cui diverse forme di cancro, ipertensione e malattie cardiovascolari, diabete, malattie epatiche e renali. Senza contare le ulteriori condizioni mediche legate a un IMC elevato, come l’impatto sulla salute mentale e le condizioni neurologiche, i disturbi endocrini e le condizioni respiratorie.

L’impatto economico globale 2020-2035 (World Obesity Atlas 2023)

L’impatto economico – Il quinto atlante sull’obesità si è concentrato sul tema dell’impatto economico e ha stimato che il costo di questa epidemia nel 2035 sarà di 4.32 trillioni di dollari americani, oltre il 3% del PIL globale. Una cifra molto più alta rispetto a quella necessaria per finanziare la prevenzione e che non tiene conto di altri fattori associati all’obesità e che potrebbero aumentare l’impatto economico, come la riduzione del livello di istruzione, la disoccupazione, la disabilità a lungo termine e il pensionamento anticipato. Inoltre, un rapporto della Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OECD) stima che alcune nazioni con livelli di obesità relativamente bassi come Norvegia e Paesi Bassi sarebbero propense a sostenere costi più elevati per le cure, rispetto a Paesi come Russia e Romania che hanno livelli più alti di obesità.

Il cambiamento climatico e le future pandemie – Il cambiamento climatico aumenta l’insicurezza alimentare. Un rapporto del 2019 della Lancet Commission parla di una vera e propria “sindemia” globale in riferimento alla connessione tra epidemie di obesità, denutrizione e cambiamento climatico. Tutte e tre rappresentano una minaccia per la salute umana e planetaria e condividono cause e soluzioni. Inoltre, mentre l’insicurezza alimentare estrema porta alla denutrizione, quella lieve o moderata è legata all’obesità. Va tenuto in considerazione l’impatto degli obesogeni ambientali. Si tratta di inquinanti chimici che hanno proprietà di alterazione del sistema endocrino e favoriscono l’aumento di peso e l’obesità. Questi “interferenti endocrini” si trovano in imballaggi alimentari, nei cosmetici, nella polvere delle strade e negli arredi domestici. Derivano da prodotti agrochimici, plastificanti, spray anticombustione e vernici marine. La produzione globale di plastica è passata da 80 milioni di tonnellate metriche (mmt) nel 1980 a 400 mmt nel 2020, e si prevede che raggiungerà quasi 1.200 mmt nel 2040. Secondo la società Endocrina, la globalizzazione e l’aumento degli alimenti processati nei Paesi di tutto il mondo, in particolare quelli a reddito medio-basso, aumenteranno i prodotti a base di plastica e i rifiuti di plastica, comprese le microplastiche. L’elevata incidenza di obesità e sovrappeso nella popolazione ha giocato un ruolo importante anche nell’impatto che la pandemia ha avuto sui sistemi sanitari dei diversi Paesi. La probabilità che si verifichino pandemie virali della portata del Covid-19 in futuro è del 2% ogni anno e aumenterà. Secondo l’atlante del 2021, le persone con IMC alto sono state più soggette all’ospedalizzazione e alla terapia intensiva durante la pandemia.