“Volevamo uccidere qualcuno per vedere che effetto fa”. Dopo ore di interrogatorio è questa la spiegazione che Manuel Foffo, 30 anni, ha dato dell’omicidio di Luca Varani, compiuto insieme a Marco Prato, 29 anni. La sera di venerdì i due killer hanno prima acquistato e assunto 1500 euro di droga. Poi hanno deciso di mettere a punto il loro piano. Per prima cosa avevano bisogno di una persona disponibile a raggiungerli senza fare troppe domande. Hanno chiamato Varani, promettendogli un festino a base di droga e sesso, in cambio di 120 euro. Il ragazzo, che si prostituiva, ha accettato e li ha raggiunti, nel quartiere Collatino a Roma. Ma una volta arrivato gli è stato detto: “Abbiamo deciso che devi morire”.
Manuel Foffo ha scelto di confessare l’omicidio, raccontando i dettagli al pm Francesco Scavo. Prima dell’aggressione, secondo la ricostruzione Varani è stato reso innocuo con un mix di alcool e Alcover, una sostanza nota come il metadone degli alcolisti che Manuel possiede “perché me lo ha prescritto il medico, visto che ho sofferto di etilismo”, si legge nel verbale. “Marco gli ha versato l’Alcover nel bicchiere, Luca è andato in bagno, si è spogliato per fare la doccia ma si è sentito male”.
Poi la tortura: i killer lo hanno immobilizzato e colpito con coltelli, martelli e altri oggetti contundenti, messi a disposizione da Foffo. “Non provavo piacere, ma non riuscivo a fermarmi. Ricordo che la morte è sopravvenuta dopo molto tempo e Luca ha sofferto molto”. E infatti è stata una morte lenta, quella del giovane, e silenziosa, considerando che i vicini non hanno sentito alcun rumore. Quando tutto è finito, il corpo di Varani era in un lago di sangue. Quel sangue che Foffo e Prato hanno cercato di ripulire, gettando in un cassonetto gli abiti della vittima e il suo cellulare. I due sarebbero poi rimasti per alcune ore in casa insieme al cadavere. Solamente sabato mattina Foffo ha confessato l’accaduto al padre. Prato invece ha tentato il suicidio con un mix di barbiturici e alcool, prima di essere rintracciato dai carabinieri grazie alle indicazioni del complice.
Foffo e Prato, i due killer, si conoscevano da qualche tempo, anche se non è chiara la natura del loro rapporto. Foffo prima definisce “gay” Prato mentre dice di essere “eterosessuale”. Poi però ammette di “aver avuto un rapporto orale con lui, quando ci siamo conosciuti, la notte di capodanno. La cosa mi ha dato fastidio e avevo deciso di non vederlo più”. Ma poi, evidentemente, quello strana relazione era andata avanti.
Angelica D’Errico