Nell’aula della Corte d’Assise di Venezia alle 9.30 di lunedì 25 novembre è ripreso il processo, con rito abbreviato, a carico di Filippo Turetta per l’omicidio di Giulia Cecchettin. In due ore e venti di requisitoria, il pm Andrea Petroni ha ricostruito la cronologia dei fatti chiedendo l’ergastolo per il 22enne padovano, accusato di omicidio volontario aggravato da premeditazione, crudeltà, efferatezza, sequestro di persona, occultamento di cadavere e stalking. L’ex fidanzato di Giulia Cecchettin è reo confesso e rischia il carcere a vita.
La requisitoria – Nel corso della requisitoria, Petroni si è soffermato su alcuni elementi che hanno aggravato la posizione di Turetta: l’idea di scrivere e aggiornare costantemente una lista degli acquisti da fare per il delitto, la volontà di far sparire tracce durante la fuga, nonché il fatto di essere riuscito a nascondere il corpo di Giulia, alle tre di notte, in un luogo difficilmente raggiungibile, che aveva scelto con diverse ricerche online nei giorni precedenti. Il pm ha anche contestato la presunta volontà suicida di Turetta, in base a visite psichiatriche fatte tra settembre e ottobre 2023 e perché fin dal suo arresto in Germania era parso evidente che non ne manifestasse le intenzioni. In aula Turetta, vestito con una felpa rossa e seduto tra i propri avvocati, non ha mai alzato lo sguardo verso la corte.
Petroni ha aperto la terza udienza riferendosi alla ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite proprio per il 25 novembre: «Non ci saranno riflessioni sul femminicidio come tematica o alla giornata di oggi, simbolo contro la violenza contro le donne, perché in questa sede si accertano solo responsabilità individuali». Dopo la sua requisitoria sarà la volta delle parti civili che tutelano padre, fratello e sorella di Giulia e anche nonna e zio. Non è presente Gino Cecchettin, padre della ragazza uccisa, a differenza del 28 ottobre scorso quando Turetta era comparso per la prima volta davanti ai giudici per essere interrogato. La sentenza, una volta ascoltata l’arringa della difesa, è prevista per il 3 dicembre.
Le parole del fratello – Nei giorni scorsi il fratello di Filippo Turetta, Andrea, è intervenuto su Rete 4 e ha raccontato di esserlo andato a trovare in carcere: «Gli ho parlato da fratello a fratello – ha dichiarato – e gli ho chiesto come stava e basta. Questo è, lui è mio fratello, punto e basta. Non mi interessa quello che è successo». Ha inoltre commentato di non essersi accorto del progetto omicida del fratello: «Ero spesso non a casa e non ho mai avuto un discorso profondo con lui su certe cose, sui suoi problemi o cose così, quindi ero all’oscuro di tutto, diciamo che tra virgolette non mi interessavo, anche perché ero il fratello più piccolo e, semplicemente, non ero abituato a farlo».
La morte di Giulia Cecchettin – Il femminicidio di Giulia Cecchettin ha avuto risonanza nazionale per l’efferatezza del delitto compiuto dall’ex fidanzato: Cecchettin aveva 22 anni, abitava a Vigonovo, in provincia di Venezia, ed era studentessa di Ingegneria biomedica all’università di Padova. I due si erano conosciuti in università e avevano intrapreso una relazione poi interrotta dalla ragazza. Nonostante la fine della storia, i due erano rimasti amici e in buoni rapporti tanto da vedersi sia soli che con amici. La sera dell’11 novembre 2023, dopo essere andati insieme al centro commerciale, Turetta aveva chiesto alla ragazza di riprendere la relazione. Il rifiuto della ragazza è stato il movente dell’omicidio, già premeditato da Turetta che in macchina con sé aveva tutto il necessario per uccidere l’ex fidanzata. Il corpo di Cecchettin è stato poi trovato sabato 18 novembre, coperto da alcuni sacchi neri nella zona del comune di Barcis, in Friuli. Il giorno successivo, domenica 19 novembre, Turetta è stato arrestato a pochi chilometri dalla cittadina di Bad Dürrenberg, vicino a Lipsia, nella Germania orientale. Con l’auto a lato dell’autostrada, si era fermato perché senza benzina e aveva confessato subito il femminicidio.