Il messaggio degli amici per Thomas Bricca (Ansa)

L’indagine sull’omicidio di Thomas Bricca, il 19enne ucciso ad Alatri, potrebbe essere arrivata a una svolta: due uomini si sono presentati nella caserma dei carabinieri, che non escludono possano trattarsi dei responsabili del crimine. Gli inquirenti stanno cercando almeno altre due persone, considerate i mandanti dell’agguato.

Il fatto – Il 30 gennaio, Thomas è stato colpito alla testa da un proiettile nella cittadina in provincia di Frosinone. A sparare il colpo è stato un uomo incappucciato, a bordo di un motorino T-Max. Secondo gli inquirenti l’arma potrebbe essere stata una revolver o una pistola semiautomatica, entrambe compatibili con l’assenza di bossoli a terra. L’assassino è successivamente scappato insieme a un complice. Portato all’ospedale San Camillo di Roma in condizioni critiche, Thomas è stato dichiarato clinicamente morto dopo oltre 40 ore di lotta.

Le indagini – Due fratelli si sono presentati spontaneamente nella caserma dei carabinieri di Alatri. «Sappiamo che ci state cercando, ma noi non c’entriamo nulla con questa storia», avrebbero esclamato. Secondo l’Ansa i due sono stati interrogati la sera del 1 febbraio fino a notte fonda e non sarebbe stato emesso alcun provvedimento nei loro confronti. Si tratta di due uomini appartenenti alla famiglia di sinti-italiani di Frosinone, alla quale degli spacciatori potrebbero essersi rivolti per regolare i conti con un gruppo rivale. Resta da capire quale fosse il ruolo di Thomas e se si trattasse del vero obiettivo degli aggressori. Un’amica ha infatti dichiarato che il 19enne sarebbe stato colpito per colpa del giacchetto che indossava e che quindi ci sarebbe stato uno scambio di persona.

Il comunicato – «Al fine di non compromettere lo sviluppo delle indagini in corso relative all’omicidio di Thomas Bricca, si intende mantenere una linea di rigoroso riserbo su tale vicenda per cui verrà rilasciata alcun tipo di dichiarazione», è riportato in una nota della Procura di Frosinone, «questo riserbo è necessario non solo per le predette esigenze, ma anche in quanto è doveroso verso la famiglia della vittima che deve affrontare questa tragedia e a cui si è vicini».

I precedenti – L’omicidio è avvenuto a pochissima distanza dalla piazzetta in cui nel marzo del 2017 venne picchiato a morte Emanuele Morganti. Nei giorni precedenti l’assassinio di Thomas, si sono verificate altre due risse nel centro di Alatri: il 28 gennaio due bande si sarebbero affrontate prima in un vicoletto e poi nella centralissima piazza Santa Maria Maggiore. Il giorno seguente la rissa si è spostata nei pressi di un bar, dove un uomo è stato spinto oltre una ringhiera, cadendo a terra dopo qualche metro di volo. I moventi sembrerebbero essere stati il controllo della piazza e delle piccole attività legate allo spaccio di droga.

La commozione – «Mi è crollato il mondo addosso», ha dichiarato la madre di Thomas, Federica Bellico, al Corriere della Sera, «sono disperata, ho sperato fino all’ultimo in un miracolo. Mio figlio era un ragazzo forte, ha lottato contro la morte per due giorni. Non credo affatto che fosse diventato il bersaglio di qualcuno. Thomas non c’entra niente con le risse di sabato e domenica. Lui non vi ha partecipato».