«L’Uganda ha dimostrato che l‘Ebola può essere sconfitta quando l’intero sistema lavora insieme». Le congratulazioni di Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, sono per il Paese africano, che ha dichiarato ieri la fine dell’epidemia da virus Sudan a meno di quattro mesi dal primo caso identificato nel distretto centrale di Mubende. L’ultimo paziente è stato rilasciato il 30 novembre 2022 e nessuna nuova infezione è stata riportata negli ultimi 42 giorni. Non vuol dire che sia stata sconfitta l’ebola ma che questo ceppo del virus, che ha causato un’ondata di contagi, può dirsi abbattuto.
Un Paese esperto nella gestione – L’Uganda ha messo al tappeto l’epidemia in poco tempo e lo ha fatto senza alcun tipo di vaccino approvato. Il Sudan ebolavirus è una delle sei varianti dell’Ebola, contro cui non esistono ancora cure certe. La lunga esperienza del paese nella risposta alla diffusione di virus ha fatto la differenza, permettendo di superare la mancanza degli strumenti chiave. Un successo rimarcato anche dal direttore regionale dell’Oms per l’Africa Matshidiso Moeti: «Senza vaccini e terapie, questo è stato uno dei focolai di Ebola più impegnativi degli ultimi cinque anni, ma l’Uganda ha mantenuto la rotta e perfezionato continuamente la sua risposta. Questa vittoria fa iniziare l’anno con una nota di grande speranza per l’Africa».
L’Oms in aiuto – L’Oms si era attivata subito dopo lo scoppio dell’epidemia, lavorando con diversi partner, tra cui sviluppatori di vaccini, ricercatori e donatori, per trovare delle terapie da includere nelle sperimentazioni e aiutare il Paese africano. Tre candidati vaccini sono stati identificati e 5mila dosi sono state spedite lo scorso mese, con un lotto l’8 dicembre e altri due il 17. Nonostante le cure non siano state poi utilizzate, «rimane la collaborazione dell’Uganda e dei partner alla lotta contro l’Ebola» ha dichiarato Yonas Tegegn Woldemariam, rappresentante dell’Oms in Uganda. «La prossima volta che l’ebolavirus del Sudan colpirà potremo riaccendere la solida cooperazione tra gli sviluppatori, donatori e autorità sanitarie e inviare i vaccini candidati», ha aggiunto Woldemariam.
I numeri – Come riportato da Who Africa, quella in Uganda è stata la prima epidemia da Sudan ebolavirus in un decennio e la quinta in assoluto per questo ceppo di Ebola. Dal 20 settembre 2022, data del primo caso accertato, la malattia ha fatto registrare 164 infezioni totali, 142 confermate e 22 probabili, 55 decessi e 87 guariti. Le persone entrate in contatto con i malati, la cui salute è stata tenuta sotto controllo per 21 giorni, sono state oltre 4mila. Il rapporto tra casi e decessi è stato del 47%. L’epidemia è stata dichiarata conclusa, ma l’allerta rimane alta per cercare di rispondere prontamente ad eventuali riacutizzazioni. Sono stati messi in atto anche dei programmi di sostegno per assistere i sopravvissuti, come scrive Who Africa.