Dalla sera del 17 aprile, la nave dell’organizzazione non governativa spagnola Open Arms è in fermo amministrativo. In seguito ai controlli della Guardia costiera, l’imbarcazione catalana che svolge attività di soccorso nelle acque del Mediterraneo non può lasciare il porto di Pozzallo (Ragusa) per proseguire il suo viaggio verso la penisola iberica. Proprio nelle ore in cui si è tenuta l’ispezione, la procura di Palermo ha rinviato a giudizio il leader della Lega Matteo Salvini per sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio per i fatti risalenti all’agosto del 2019.

Port State Control – A causa del maltempo, la nave Open Arms è attraccata al porto di Pozzallo lo scorso 15 aprile dopo aver completato il dovuto periodo di quarantena. La stessa decisione è stata presa nei giorni scorsi anche dalla collega Ocean Viking dell’organizzazione Sos Mediterranee. L’imbarcazione spagnola, però, è stata poi sottoposta a più di 17 ore di ispezione. Si tratta di “Port State Control”: una serie di controlli previsti dai regolamenti internazionali per navi che non battono bandiera nazionale ai quali devono sottoporsi ogni 12 mesi, limite superato dalla Open Arms. Secondo i militari della Guardia costiera di Genova che hanno effettuato l’ispezione, sono emerse «alcune deficienze nel campo della sicurezza della navigazione e della tutela dell’ambiente marino. Cose superabili, da rettificare facilmente». Problematiche che, quindi, non riguardano l’attività di soccorso della Open Arms per la quale è certificata dal Governo spagnolo, ma che hanno comunque portato al fermo.

«Vendetta?» – Nel corso di quelle 17 ore, il giudice Lorenzo Jannelli di Palermo ha rinviato a giudizio Salvini. Con l’accusa di rifiuto d’atti d’ufficio e di sequestro di persona per non aver fatto sbarcare i 147 migranti a bordo dell’Open Arms nell’agosto del 2019, l’ex Ministro dell’Interno del Governo Conte I comparirà davanti ai giudici il 15 settembre per la prima udienza. «In questo momento la nostra nave si trova a Pozzallo e sta subendo un’ ispezione severissima: noi non sappiamo nulla di politica, a noi importano la protezione e il rispetto delle vite umane». Con queste parole Oscar Camps, fondatore di Open Arms, ha commentato nel corso di una conferenza stampa in remoto la notizia, concludendo che per loro «chiunque sia al governo è lo stesso, ci importa soltanto di salvare le vite dei più deboli». Tuttavia, questo distacco dalla politica sembra venir meno proprio dai suoi profili social. Su Twitter pubblica una foto che ritrae la Guardia costiera alle prese con i controlli sulla sua nave, ipotizzando una sorta di vendetta nei loro confronti.

La versione di Salvini – Ed è sempre tramite un tweet che Salvini ricollega le sue vicende giudiziarie con l’attualità. «Da ieri Open Arms è sotto sequestro nel porto di Pozzallo a causa di numerose irregolarità scoperte dalla Guardia Costiera. Ma a processo ci vado io… Avanti a testa alta, il tempo è galantuomo», ha scritto nel pomeriggio. Convinto di aver agito «a difesa della patria» come sancito dall’Articolo 52 della Costituzione, il leader della Lega rischia fino a 15 anni di carcere. «Da Oscar Camps insinuazioni gravissime. Ipotizzare che i controlli della nostra Guardia Costiera sulla sua Open Arms siano stati il frutto di una ’vendetta’ è vergognoso e lesivo dell’onorabilità delle nostre istituzioni», ha dichiarato Nino Germanà, deputato siciliano del Carroccio. Per il momento, Open Arms resterà attraccata a Pozzallo fino a quando non verranno rimosse le anomalie segnalate dalla Guardia costiera.