I carabinieri portano via Innocent Oseghale il nigeriano in stato di fermo per la morte di Pamela Mastropietro la 18enne romana uccisa e fatta pezzi, il cui cadavere smembrato è stato rinvenuto in due trolley nelle campagne di Pollenza (Macerata), 31 gennaio 2018. ANSA/ GUIDO PICCHIO

Resterà in carcere, ma solo per occultamento e vilipendio di cadavere. Questa la decisione presa nella mattina di martedì 6 febbraio dal gip di Macerata, Giovanna Maria Manzoni, sul destino di Innocent Oseghale, il nigeriano fermato dopo l’omicidio di Pamela Mastropietro. Secondo il magistrato, non ci sono prove inconfutabili che accertino che Oseghale, che comunque resta indagato, sia l’esecutore materiale dell’assassinio. La diciottenne era scomparsa alcuni giorni fa nel Maceratese ed è stata ritrovata cadavere a Pollenza mercoledì 31 gennaio. Il corpo era stato smembrato, ripulito e riposto in due valigie poi nascoste nelle campagne marchigiane. L’uomo è stato iscritto nel registro degli indagati perché in casa sua sono stati trovati gli abiti insanguinati della ragazza.

Le indagini – «Non ho ucciso nessuno,» ha detto davanti al gip Oseghale «lei ha avuto una crisi da overdose. Io mi sono spaventato e sono scappato». Il pusher di origine africana ha quindi rigettato tutte le accuse. Nel frattempo proseguono le indagini e i rilievi dei Ris a casa di Oseghale: sono stati sequestrati vari oggetti, che lo collegherebbero alla morte di Pamela, tra cui alcuni coltelli da cucina e una piccola mannaia. Al momento non è ancora possibile stabilire  se la causa della morte della diciottenne siano stati i colpi inferti o una dose eccessiva di droga, ma lo faranno i rilievi dei Risultati e gli esami tossicologici sul corpo. Gli inquirenti sarebbero ora sulle tracce di un altro pusher nigeriano che avrebbe venduto l’ultima dose a Pamela e avrebbe aiutato l’indagato a pulire l’appartamento e nascondere le valigie contenenti il cadavere.

Il caso Luca Traini – È attesa nella giornata di martedì 6 febbraio anche la convalida di arresto di Luca Traini, l’attentatore che sabato 3 febbraio a Macerta ha sparato ad alcune persone di colore ferendone 11 per vendicare l’omicidio di Pamela.  L’accusa che gli viene rivolta dal Procuratore Giovanni Giorgio è quella di strage con aggravante razzista. Traini al momento è detenuto, proprio come Oseghale, nel carcere di Montecuto di Ancona. Le condizioni di chi è stato colpito non sono fortunatamente gravi. Alcuni di loro hanno lasciato l’ospedale prima del previsto perché sprovvisti di permesso di soggiorno.

L’avvocato – A difendere Traini è stato nominato l’avvocato Giancarlo Giulianelli che ha parlato già nelle prime ore dopo il fermo: «Politicamente c’è un problema». E ha aggiunto: «Mi ferma la gente a Macerata per darmi messaggi di solidarietà nei confronti di Luca. E’ allarmante ma ci dà la misura di quello che sta succedendo. Lui è la punta di un iceberg, la più eclatante e da condannare, ma la base è molto più vasta”. Per il legale, che definisce il raid xenofobo del suo assistito “un’azione scellerata”, la vicinanza espressa da cittadini è il segnale di un fallimento della classe politica. A favore di Traini è scesa in campo Forza Nuova, che ha accusato lo Stato e i partiti tradizionali di non essersi indignati per la morte efferata di una ragazza e di attaccare invece un cittadino che vuole vendicarla e che non ha ucciso nessuno. Per questo motivo la formazione di estrema destra si sarebbe offerta di sostenere le spese legali che lo sparatore dovrà affrontare in vista del processo.

Il sostegno alla Lega – Traini è un simpatizzante della Lega, nelle cui fila si è candidato nel 2017 per le elezioni del consiglio comunale di Corridonia, nelle quali non prese preferenze. Secondo il quotdiano La Repubblica, sarebbe stato impiegato anche come guardia del corpo del segretario leghista Matteo Salvini, ma la notizia non ha trovato alcun riscontro.