Ogni anno in Italia ne vengono diagnosticati poco più di cento casi. Sono le cifre, fornite dall’Associazione italiana registri tumori (Airtum), sull’osteosarcoma, un tipo di tumore osseo aggressivo che aveva colpito anche il calciatore 27enne Giovanni Custodero, morto il 12 gennaio. Il ragazzo di Fasano (Brindisi), dopo aver raccontato per mesi la sua malattia sui social, il 7 gennaio aveva deciso di farsi indurre lo stato di sedazione profonda.

Osteosarcoma, cos’è – Il sarcoma osseo è un tumore maligno raro che nasce dalle cellule ossee: osteoblasti (cellule che costruiscono l’osso) e osteoclasti (cellule che agiscono come spazzini dell’osso morto e lo aiutano a mantenere la sua forma naturale). Maggiormente colpite sono le ossa lunghe, anche se può colpire qualsiasi segmento osseo. L’osteosarcoma è un tipo di tumore particolarmente aggressivo, che in otto casi su dieci si manifesta con un alto grado di malignità, tanto che la malattia può provocare anche metastasi, presente all’inizio in solo il 15% dei casi.

Sintomi e cure – L’unico sintomo specifico della malattia è un dolore acuto e costante nel punto colpito dal tumore, a volte accompagnato da gonfiore. A volte si può arrivare alla frattura dell’osso coinvolto dalla malattia a seguito di traumi normalmente trascurabili. L’asportazione chirurgica è indispensabile, anche se solo il 5% dei malati è costretto ad amputare l’intero arto come successo a Custodero. Al resto dei pazienti viene rimossa soltanto la parte di osso ammalata, poi sostituita da una protesi. La chemioterapia è necessaria sia in preparazione sia in conseguenza dell’intervento, mentre in alcuni casi si utilizza anche la radioterapia.

La storia – «Giovanni è un ragazzo come tanti, che nel 2015, all’età di 23 anni, inizia ad avvertire un gonfiore alla caviglia mentre gioca come portiere nella squadra di calcio a 5 del Cocoon di Fasano», racconta la fidanzata Luana Amati su Facebook. Solo nel marzo del 2016 scopre di essere stato colpito da una forma di sarcoma osseo in stadio avanzato. L’amputazione dell’arto fino al ginocchio e altri cinque interventi chirurgici, seguiti da cicli di radioterapia e chemioterapia, non bastano per sconfiggere la malattia. Nel frattempo, con l‘aiuto di un amico, disegna delle magliette che hanno sul petto un elmo che ricorda quello del guerriero spartano Leonida per raccogliere fondi per pagarsi le cure. Un’iniziativa che era stata sponsorizzata il 25 ottobre scorso anche dal Lecce calcio, che le aveva indossate prima di scendere in campo contro la Juventus. La decisione di farsi “addormentare” aveva fatto discutere, e il giorno dopo la fidanzata aveva spiegato su Facebook con un lungo post, sottolineando le differenze della terapia con l’eutanasia, che «la sedazione continua e profonda è un trattamento sanitario al quale si ricorre per consentire a un paziente terminale di non provare dolore dopo che le altre terapie sono risultate inefficaci».