Un palinsesto senza voci femminili in occasione dell’8 marzo. Le giornaliste di Radio Popolare, insieme alle altre lavoratrici dell’emittente, hanno deciso di non andare in onda e di aderire allo sciopero globale transfemminista, promosso dalla rete Non Una di Meno. “Un mattone per costruire la vera parità“, titola il direttore Alessandro Gilioli, comunicando l’iniziativa partita dalla redattrici ma accolta e sostenuta anche dall’amministrice delegata del gruppo Errepi Spa, Catia Giarlanzani. «Era da tempo che volevamo farlo, e pensiamo sia un buon modo per farci sentire», spiega alla Sestina la giornalista Lorenza Ghidini. «Non si può più aspettare e bisogna agire concretamente per il cambiamento, come stiamo facendo con questa iniziativa», sottolinea il collega Mattia Guastafierro.

Foto di Radio Popolare

L’iniziativa –  Sono oltre trenta le redattrici, collaboratrici e giornaliste che hanno firmato e aderito allo sciopero e che nel corso della giornata proporranno solo alcuni contenuti audio, tra il comunicato e qualche approfondimento sull’8 marzo. Una presenza-assenza delle donne per far sentire la propria voce. «Siamo rimaste molto colpite da questa ondata di femminicidi di inizio 2021 e da quello che le donne stanno vivendo», racconta Lorenza Ghidini, «e abbiamo deciso di mobilitarci in questo senso proprio quest’anno in cui causa pandemia le manifestazioni per l’8 marzo sono ridotte». «Ci saranno, e ci sono già state nel corso della mattinata, molte voci femminili a livello di ospiti, tra sociologhe, sindacaliste e rappresentanti dei centri antiviolenza», aggiunge Ghidini. 

Le reazioni della redazione – «All’inizio c’è stato dello stupore per questa nostra scelta ma abbiamo visto che i nostri colleghi uomini ne hanno capito la ratio e sono stati solidali nel prendersi a carico questa giornata», spiega Lorenza Ghidini, «delle questioni femminili e delle discriminazioni non devono parlare solo le donne, anzi». «Non possiamo che sostenere questa iniziativa delle nostre colleghe, facendo sentire l’assenza delle voci femminili che è però è in realtà una presenza», sottolinea Mattia Guastafierro. «Per Radio Popolare è importante “forzare il cambiamento”, partendo dalla parità di voci maschili e femminili su cui stiamo lavorando e anche trovando ospiti che non siano sempre di appannaggio maschile». L’iniziativa per l’8 marzo è partita dal basso ma è stata appoggiata su tutti i fronti dalla radio:  «La direzione e l’amministrazione hanno sostenuto questa iniziativa, non ci saranno decurtazioni dello stipendio, e ciascuna di noi ha deciso di devolverne una quota a un centro antiviolenza», spiega ancora Ghidini. «Per noi, è anche una dimostrazione verso la redazione stessa, per tutti quegli atteggiamenti sessisti che sono innati». 

Le reazioni del pubblico – Non sono mancate alcune polemiche e osservazioni sull’iniziativa da parte di ascoltatori e ascoltatrici, sopratutto, che lamentavano la sola presenza maschile della redazione e l’inefficacia dell’iniziativa. «È normale che il pubblico si divida quando si prende una posizione di questo tipo, ma vista la situazione che stiamo vivendo, penso non ci sia nulla di controproducente», sostiene Ghidini. «Qualsiasi iniziativa che serva a scuotere un po’ il contesto e il mondo giornalistico è fondamentale in una società ancora  patriarcale e maschilista», aggiunge Guastafierro.