Ha preso in braccio il figlio che dormiva e si è lanciato nel vuoto. Sono morti entrambi. Sul colpo. Un uomo di 45 anni, infermiere, si è buttato dal balcone del suo appartamento, trascinando con sé il bambino, che aveva tre anni. È successo nella notte tra il 23 e il 24 gennaio, a Padula, piccolo centro del Vallo di Diano che unisce Basilicata e Campania, nel Salernitano. Ancora non chiari i motivi del gesto. Tra le varie ipotesi prese in esame dagli inquirenti, che stanno ancora cercando di ricostruire la storia di questa famiglia, ci sono dissapori familiari, una malattia o un forte stato depressivo. Sarebbero queste le ipotesi riferite dagli investigatori
Le ipotesi. Secondo le prime ricostruzioni, qualche ora prima dell’omicidio-suicidio A.F. avrebbe avuto una forte discussione con la compagna. Subito dopo è andato a dormire dalla madre, residente nello stesso edificio. Ma durante la notte, probabilmente sicuro di non essere visto dalla madre di suo figlio, sarebbe rientrato in casa, avrebbe stretto tra le braccia il bambino e si sarebbe diretto verso il terrazzo, da dove aveva deciso di interrompere quella vita, forse resa insopportabile da problemi di salute.
A trovare i corpi di padre e figlio i carabinieri della stazione locale e i vigili del fuoco del distaccamento di Sala Consilina (Salerno).
Il fatto, che ha sconvolto l’intera comunità, è stato commentato anche dal sindaco di Padula, Paolo Imparato. Secondo quanto riportato dal quotidiano L’Occhio di Salerno, il primo cittadino avrebbe dichiarato: «È una tragedia che ci lascia senza parole: A. era un ottimo professionista, una persona di cuore. Esprimo vicinanza e condoglianze alla famiglia».