Secondo omicidio a Palermo nel giro di quattro giorni. Dopo l’assassinio di Antonino e Giacomo Lupo, avvenuto nel quartiere Zen, nella mattina di lunedì 18 è stato ritrovato il cadavere di Francesco Manzella, 34enne pregiudicato. L’uomo si trovava all’interno del sua auto, con una ferita d’arma da fuoco alla testa, nei pressi del carcere Pagliarelli. A lanciare l’allarme sono stati i residenti della zona. Per ora nessun indizio sull’identità dell’autore del delitto. Nella mattinata la polizia passerà al vaglio le immagini di videosorveglianza delle telecamere presenti nella zona in cerca di prove

Le indagini – Manzella è stato ritrovato con un proiettile in testa a bordo di una Polo Wolkswagen. L’auto era parcheggiata davanti ad un cancello e con le luci ancora accese, vicino ad un viadotto sulla statale che porta verso il carcere Pagliarelli. La portiera era aperta e la vittima aveva una gamba fuori dall’abitacolo. Dalla posizione del corpo gli investigatori sospettano che l’uomo stesse cercando di fuggire dal suo aggressore. Non si esclude che la vittima avesse un appuntamento con il suo assassino. La segnalazione è arrivata da alcuni cittadini residenti in zona, impauriti dopo aver sentito il rumore dello sparo nella notte.

La vittima – Francesco Manzella, 34 anni, era residente a Palermo. L’uomo aveva alcuni precedenti penali per furto, rapina e altri reati contro il patrimonio. Arrestato nel 2012 con l’accusa di essere a capo di una gang specializzata in furti nelle ville, in due occasioni avrebbe anche picchiato, rinchiuso in uno sgabuzzino e minacciato con un’arma da fuoco le sue vittime. Nel 2016 era stato nuovamente sorpreso mentre tentava di rubare all’interno del Geonardo Park Hotel di Monreale (Pa).

I precedenti – L’assassinio di Manzella arriva a soli quattro giorni dal duplice omicidio di Antonino e Giacomo Lupo, padre e figlio uccisi a pochi passi dalla loro casa nel quartiere Zen. Contro di loro sarebbero stati esplosi una decina di colpi d’arma da fuoco. L’assassino, Giovanni Colombo, si è costituito poche ore dopo l’omicidio, raccontando agli inquirenti che la sparatoria sarebbe avvenuta dopo una lite e un inseguimento lungo le vie della città.