Non ci servono i “cristiani da salotto”: parola di Papa Bergoglio. Come dire: se seguite Cristo, seguitelo fino in fondo. Il pontefice che ha stupito tutti scegliendo il nome del poverello di Assisi continua la sua opera di semplificazione dei modi della Chiesa. Via l’anello d’oro, bacchettate ai cardinali in odore di pedofilia (come Keith O’Brien, appena spedito in ritiro in Scozia), e “voi suore siate madri e non zitelle”: sono alcuni dei segnali che il nuovo vescovo di Roma ha già lanciato dopo l’elezione.
E giovedì, alla messa del mattino nella Domus Santa Marta, ecco un nuovo catechismo: “Lo zelo non deve appartenere solo ai missionari”, ha detto davanti ai dipendenti del Pontificio Consiglio “Giustizia e Pace”. “La Chiesa ha tanto bisogno di questo – ha proseguito – e non soltanto in terre lontane, nelle chiese giovani, nei popoli che ancora non conoscono Gesù Cristo, ma qui in città”. Insomma, Papa Francesco l’ha detto: “Non servono cristiani da salotto, educati, ma che non sanno fare figli alla Chiesa con l’annuncio e il fervore apostolico”. Il Vaticano prende in considerazione i fedeli tiepidi, dunque, e li esorta a scendere nell’arena. “Chiediamo allo Spirito Santo questa grazia: essere cristiani con zelo apostolico. E se diamo fastidio – scandisce il Pontefice – benedetto sia il Signore”.
Nella cappella col pontefice celebravano il cardinale Peter Turkson e il vescovo Mario Toso, rispettivamente presidente e segretario del dicastero. Presenti, oltre ai dipendenti vaticani, anche i volontari del Dispensario pediatrico “Santa Marta” delle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli. La predica di Francesco è arrivata dopo le letture degli Atti degli Apostoli che parlano delle prime comunità cristiane: allora, dopo la persecuzione, si stavano consolidando ”camminando nel timore del Signore e con il conforto dello Spirito Santo”. Francesco, spiegando il Vangelo appena letto, fa la tirata ai fedeli così-così.
Ci sono “Cristiani – per così dire – ‘satelliti’, che hanno una piccola Chiesa, a propria misura” e seguono la “prudenza mondana”. Che Dio ce ne scampi, pare essere la conclusione: “Che il Signore ci liberi dalla tentazione di quel ‘buon senso’, tra virgolette, dalla tentazione di mormorare contro Gesù, perché è troppo esigente, e dalla tentazione dello scandalo”. Meglio darlo (in senso buono, ovviamente, come San Paolo): “L’annunzio di Gesù Cristo alle nostre comodità, tante volte alle nostre strutture comode, anche cristiane, no?, dà fastidio”. E anche preti e vescovi sono avvisati.
Eva Alberti