Nuovo bollettino sulle condizioni di salute di Papa Francesco. La sala stampa della Santa Sede ha fatto sapere che la notte è trascorsa bene, il Papa ha dormito e sta riposando. Una frase che arriva dopo i bollettini del weekend che avevano raccontato un quadro clinico ancora critico per il pontefice.

Il fine settimana – Il bollettino che più aveva preoccupato era stato quello diramato nella serata di sabato quando era stato comunicato che le condizioni del Santo Padre restavano critiche e la prognosi rimaneva riservata dopo una crisi respiratoria «asmatiforme di entità prolungata nel tempo» che aveva richiesto l’applicazione di ossigeno ad alti flussi. Inoltre, i medici avevano comunicato che era stata necessaria una trasfusione. Il bollettino di domenica sera aveva parlato di altre due trasfusioni e di una lieve insufficienza renale. I medici hanno risposto con l’uso di antibiotici. È il quarto cambio di cura da quando è stato ricoverato, ma per gli esiti bisognerà aspettare.

Gli impegni papali – Intanto, folle di pellegrini arrivati a Roma per il Giubileo sono scesi in piazza San Pietro per pregare. E molti sono arrivati anche al Policlinico Gemelli, dove si trova ricoverato il Papa. Anche ieri Bergoglio non è riuscito a partecipare all’Angelus. È il secondo che diffonde solo per forma scritta dal suo appartamento al decimo piano del policlinico. Insieme ai medici, è comunque riuscito a prendere messa, nella piccola cappella dell’appartamento, una delle otto stanze riservate al Papa all’interno dell’ospedale universitario. In vista del terzo anniversario della guerra in Ucraina, ha parlato (o meglio, scritto) anche di questo, tema che ha sempre ricordato, domenica dopo domenica, da tre anni. Nella giornata di domenica ha anche postato un messaggio sui social. «Non abbiate paura di rischiare l’amore!», ha scritto su X. È il primo post sulla piattaforma da quando è stato ricoverato al policlinico Gemelli di Roma il 14 febbraio. Poi ne è arrivato subito un altro in cui il Papa ha ringraziato per l’affetto ricevuto, arrivato anche attraverso dei disegni di alcuni bambini delle scuole di Roma e Latina.