L’Italia scivola sulla parità di genere. Nell’edizione 2023 del Global Gender Gap Index il nostro paese retrocede al 79esimo posto, 16 posizioni più giù rispetto al 64esimo del 2022. Il report del World Economic Forum, giunto alla diciassettesima edizione, ha valutato le performance di 146 paesi in quattro macro-aree: partecipazione economica, istruzione, salute e potere politico delle donne. Al vertice l’Islanda, dove la parità risulta raggiunta al 91%, seguita da Norvegia e Finlandia. Nessun paese può vantare una piena parità che, di questo passo, sarà realtà a livello mondiale solo tra 131 anni.

(PantherMedia/Andriy Popov)

L’Italia – Se il gap tra i generi risulta praticamente chiuso in istruzione e salute, l’Italia sconta una performance non brillante negli altri due indicatori. In particolare, si colloca nella seconda metà della classifica, al 104esimo posto, per partecipazione economica delle donne. In questo campo la parità si ferma al 62%. Un dato in lieve miglioramento rispetto a un anno fa, quando era il 60%, ma ancora lontano dalla parità e dai paesi più virtuosi: la Norvegia, prima nazione europea, arriva all’80%. L’Italia in questo è tra i paesi europei peggiori con Bosnia Erzegovina e Macedonia del nord. Anche nella sezione “political empowerment” la strada è ancora lunga: il punteggio dell’Italia in questo caso è di 0.24, che significa un gap di genere chiuso solo al 24% (64esimo posto).

L’Europa – Il vecchio continente ha ottenuto risultati migliori di Asia, Africa e Americhe, piazzando un terzo dei paesi nei primi 20 e sette nella top ten (Islanda, Norvegia, Finlandia, Svezia, Germania, Lituania e Belgio). Nel complesso, la parità di genere in Europa risulta acquisita per il 76% e dovrebbe essere pienamente raggiunta tra 67 anni. In un anno, tuttavia, il tempo necessario è aumentato: erano 60 anni nel 2022. Inoltre 13 paesi, tra cui Francia e Germania, sono peggiorati almeno dell’1% mentre otto sono migliorati dell’1% o più.