Paolo Onofri

Paolo Onofri

Paolo Onofri, il padre di Tommy, il bimbo rapito e ucciso nel 2006 in provincia di Parma, è morto nella notte tra il 14 e il 15 gennaio. Se n’è andato dopo aver passato gli ultimi cinque anni e mezzo della sua vita nel letto della clinica privata “Cardinal Ferrari” a Fontanellato, in coma vegetativo. Nell’agosto del 2008, infatti, era stato colpito da un attacco cardiaco da cui non si era più ripreso. Troppo il dolore, lo stress, la vergogna che aveva accumulato durante e dopo il sequestro del figlio di 17 mesi, il 2 marzo 2006.

Da quel giorno, di Paolo Onofri si è detto di tutto: da padre di famiglia legato, imbavagliato e costretto a vedersi portare via il proprio piccolo dal casolare di famiglia, a indagato, interrogato per ore e ore, su cui si è allungata l’ombra del sospetto più terribile. Finché il 1° aprile 2006, gli inquirenti arrivano alla verità: i rapitori e assassini di Tommaso sono Mario Alessi, muratore che aveva lavorato per gli Onofri, la compagna Antonella Conserva e il complice Salvatore Raimondi, incastrato dall’impronta digitale trovata nell’abitazione.

Era la verità, ma se ne dubitò fino all’ultimo interrogatorio e alla confessione di Alessi. Che segnò anche la fine di ogni speranza: il corpo di Tommaso giaceva sotto un mucchio di paglia e sterco, con il visino infilato nel fango lungo l’argine del torrente Enza, a pochi chilometri da casa Onofri, nel luogo indicato dall’assassino.

Giorgia Wizemann