Massimo Carminati e Salvatore Buzzi di nuovo alla sbarra. È iniziata martedì 6 marzo, nell’aula bunker del carcere romano di Rebibbia, la prima udienza del processo di secondo grado ai componenti del cosiddetto “Mondo di Mezzo”, l’associazione che, secondo l’accusa, aveva preso il controllo di “Mafia Capitale”. Il procedimento è a carico di 43 imputati. Per 19 di loro, la Procura di Roma contesta l’associazione di stampo mafioso, accusa non riconosciuta dai giudici nel processo di primo grado che però hanno condannato gli imputati per una serie di altri reati: corruzione, appalti pilotati, minacce. La difesa di Carminati (l’ex terrorista “Nero” attorno a cui girerebbe tutta la struttura criminale di Mafia Capitale), così come quella di Salvatore Buzzi (“ras” delle cooperative romane e “lobbysta” dell’organizzazione di Carminati), ha presentato un’eccezione alla Corte per chiedere la presenza in aula dei loro assistiti nel corso delle udienze.
Nuovo attacco ai giornalisti – In apertura di udienza ha preso la parola il difensore di Massimo Carminati, Giosuè Naso, che ha definito il procedimento come «un processetto mediaticamente costruito per condizionare i giudici anche con le inchieste del giornalista Lirio Abbate, che io ho ribattezzato Delirio Abbate». «Si processano le persone» ha aggiunto il legale «per quello che fanno e non per quello che si assume abbiano fatto». Parole che fanno eco a quelle già pronunciate in precedenza da Naso, che nell’appello presentato dopo il processo di primo grado aveva scritto: «Abbiamo assistito alle premonitrici rivelazioni di giornalisti di mezza tacca spacciati per eroici paladini della verità». L’allusione dell’avvocato è al fatto che, secondo lui, tutta l’indagine “Mondo di Mezzo” – e cioè la presenza di una cupola mafiosa a Roma con al vertice Carminati – sarebbe un bluff costruito anche con l’aiuto dei media.
Il primo grado – Nel luglio 2017, la X sezione penale di Roma, nella figura della giudice Rosanna Ianniello, aveva emesso le sentenze di primo grado per tutti gli imputati di “Mondo di Mezzo” (in totale, 287 anni di carcere per 41 imputati e cinque assoluzioni). Vent’anni per Carminati (i pm ne avevano chiesti 28), 19 anni per Buzzi (anziché 26) e 11 per lo storico braccio destro del “Nero” Carminati, Riccardo Brugia. Pene ridotte rispetto alle richieste perché la corte aveva escluso l’aggravante dell’associazione di stampo mafioso. E proprio contro questa decisione ha fatto appello la procura e su questo dovrà ora pronunciarsi la Corte d’appello presieduta da Claudio Tortora, utilizzando le nuove linee guida indicate dalla Cassazione che negli scorsi mesi ha annullato alcune sentenze che escludevano il reato di mafia, rivedendone le caratteristiche.