Il museo dell’ex fabbrica di strumenti musicali Grassi a Quarna Sotto

Tra la Lombardia e la provincia del Verbano-Cusio-Ossola (Piemonte) ci sono otto luoghi che vogliono tornare a vivere: un’ex fabbrica di strumenti musicali, spazi bibliotecari, centri urbani svuotati, un ettaro di verde incolto e altro ancora. E’ la sfida dei “Beni comuni” lanciata mercoledì 24 maggio da Fondazione Cariplo e Labsus, laboratorio per la sussidiarietà. «Beni comuni è un ossimoro – ha detto Gregorio Arena, presidente di Labsus -. In Italia i beni sono o pubblici o privati, nessuno li considera comuni. Eppure bisogna pensare per combinazione inedita di fattori noti, come una valigia e le ruote che hanno dato vita al trolley». I progetti sono coordinati da Filippo Petrolati di Fondazione Cariplo. «Bisogna creare o ricreare legami di comunità tra le persone, magari coinvolgendo anche i cittadini stranieri – ha aggiunto Arena -. I beni sono caduchi per definizione, i legami tra le persone invece sono destinati a durare».

Gli studenti del master in giornalismo della scuola “Walter Tobagi” collaboreranno allo storytelling degli otto progetti “Beni comuni” – situati tra Lombardia e Piemonte – tra giugno 2017 e giugno 2018.

I PROGETTI

Lodi – Educazione e partecipazione a km 0
Agricoltura sociale e partecipazione dei cittadini per riqualificare un terreno comunale lasciato all’incuria, in cui verranno piantati alberi di mele, pesche e ribes. E’ questo il progetto del Movimento per la lotta contro la fame nel mondo, l’Ong che ha proposto l’iniziativa incontrando il favore di cittadini e Comune. L’intervento sarà realizzato nel quartiere semiperiferico di San Fereolo, a Lodi. Una zona abitata da molti stranieri, con una delle densità abitative più alte della città. L’obiettivo? Coinvolgere persone con svantaggi fisici, mentali e sociali, insegnandogli un’attività che li aiuterà nell’inserimento del mondo del lavoro ed educare i cittadini a conoscere ed apprezzare un bene comune. Da qui, un azzardo: la scelta di non recintare l’ettaro di terreno su cui verranno piantate i frutti. Il sogno è quello di poter vendere, quando cresceranno, i prodotti a chilometro zero, sul territorio. Facendo del terreno, al termine dei 4 anni di durata del progetto, un luogo di riferimento non solo per le palazzine che circondano il terreno, ma anche per i ragazzi delle scuole, per cui i promotori del progetto hanno pensato attività di educazione alimentare, lotta allo spreco e formazione sui concetti di bene comune e cittadinanza attiva.

Seveso (Monza e Brianza) – Villa Dho: da casa padronale a casa aperta
Villa Dho ha una lunga storia alle spalle. Situata sull’Altopiano della comunità di Seveso, prende il nome dalla famiglia che ha iniziato a vivere nelle sue stanze dalla fine del Settecento. Era una casa padronale ma ha cambiato pelle negli anni Novanta dello scorso secolo. L’ultimo erede, Gianluca Dho, ha donato al comune gli spazi dello stabile, e del parco che lo circonda, con la clausola di usarli per fini assistenziali e culturali. Dal momento della donazione, l’area è diventata lo scenario di una fervente vita cittadina grazie a diverse realtà patrimonio storico della comunità. Villa Dho, dopo i venti anni in cui era rimasta disabitata, nel 2000 è stata presa in comodato d’uso dall’associazione Natur&-Onlus, che ha permesso il mantenimento del bene. Ora il progetto è ristrutturare la Casa del Custode – la zona, disabitata da più di dieci anni, corrispondente alle antiche stalle – per usarla come abitazione, e luogo di accoglienza, nell’obiettivo di ampliare la rete di privato sociale. E questo coinvolgendo la cittadinanza, con una particolare attenzione rivolta alle nuove generazioni, per trasformare uno spazio da cui la popolazione era esclusa un luogo di incontro, un bene comune a disposizione di tutti e di cui la comunità potrà prendersi cura.

Vimercate (Monza e Brianza) – Cinque spazi per i giovani
Soddisfare le richieste dei giovani del Vimercatese. Così la Cooperativa sociale Aeris, che si occupa di servizi locali nella provincia di Monza e Brianza sulle ceneri degli ex Centri d’aggregazione giovanile (Cag), è pronta a dare vita a cinque spazi diversi in altrettanti piccoli comuni della zona. A Mezzago nascerà una ciclofficina che ha già attirato l’interesse di molti stranieri del territorio, a Burago una web radio che è già testata giornalistica e in cui lavorano perlopiù ragazze e a Usmate Velate un FabLab di stampa 3D. E ancora, un luogo per il cineforum e le arti visive a Bellusco e la riprogettazione di un auditorium per cinema e teatro a Ornago. «La sfida è una, i punti in comune sono molti – dice il coordinatore di Aeris Giacomo Garghentini -. Oltre ai giovani, ovviamente, c’è il fatto che tutti questi luoghi siano legati alle biblioteche comunali e l’idea che, in futuro, possano superare i campanilismi e interagire tra loro». Tra giugno e luglio sono previste le prime presentazioni e inaugurazioni. I giovani – sia italiani che stranieri di seconda generazione – sono legati all’unica scuola superiore della zona, a Vimercate, ma la fascia d’età interessata non si limita ai classici 14-18 del liceo. «Ce ne sono sia più piccoli che più grandi – continua Garghentini – e una cosa divertente è successa a Usmate con la stampa 3D, già partita. Alcuni pensionati, contadini, si sono interessati alla fabbricazione digitale per avere nuovi prodotti per i propri campi».

La ciclofficina di Mezzago, aperta da febbraio 2017

Casalmaggiore (Cremona) – Casalmaggiore 2.0
Casalmaggiore ha 15000 abitanti ma un centro storico desertificato a causa della costruzione di centri commerciali e quartieri residenziali all’esterno del paese. Settanta botteghe chiuse e 1500 appartamenti vuoti. La soluzione i cittadini l’anno trovata attraverso la sperimentazione. Nel 2014 infatti in una via del centro la velocità è stata ridotta a 30 km/h attraverso l’installazione di arredo urbano e verde sulla carreggiata. Era un esperimento che doveva durare due giorni, ma il successo dell’evento e una raccolta firme tra i cittadini hanno fatto sì che rimanesse per tre mesi. Poi la Tangenziale dei bambini: un percorso pedonale ciclabile sull’argine del Po, con tanto di indicazioni delle uscite stradali per raggiungere scuola, biblioteca, palestra e vari luoghi d’aggregazione del paese. Un progetto nato come manifestazione temporanea per una città amica dei bambini bambini, e sviluppatosi fino a diventare il progetto di una città che a misura dei più piccoli lo è sempre. Tutto questo è stato possibile solo attraverso la sperimentazione temporanea, a basso costo, fatta attraverso il coinvolgimento di cittadini e botteghe, che hanno così potuto toccare con mano i vantaggi della velocità ridotta. Anche rallentare o parcheggiare a qualche minuto dal centro valeva la pena se in cambio si aveva un Paese rinato come luogo d’aggregazione e condivisione. A quel punto l’amministrazione comunale ha capito che anche attorno a misure di questo tipo, se fatte coinvolgendo i cittadini, è possibile costruire il consenso.

Como – Orti, ulivi e alpeggi: riscoprire la tradizione
Tenere attivo il territorio per prevenire il dissesto idrogeologico. È l’obiettivo del Consorzio Forestale Lario Intelvese (Cfli), che con il suo progetto mira alla riqualificazione di tre aree abbandonate con il coinvolgimento e la partecipazione attiva della comunità.  I tre comuni interessati, tutti posti sulla sponda occidentale del Lago di Como, sono Cernobbio, Laglio e Tremezzina. Le tre aree selezionate verranno riqualificate attraverso il recupero di alpeggi e terrazzamenti. E, soprattutto, cercando di educare i cittadini alla valorizzazione del territorio recuperando la tradizione agricola della zona. L’abbandono graduale da parte degli abitanti ha portato al rimboschimento dell’area del Lario Intelvese e al crollo delle strutture di supporto alle attività agricole, come i terrazzamenti. «L’obiettivo – spiega Matteo Monti, presidente del Cfli – è quello di fare rete coinvolgendo le associazioni del territorio e le scuole, così da creare un percorso che parte dal bambino e arriva fino all’anziano. Ai più piccoli, ad esempio, spiegheremo che cosa significa curare un orto, come si costruisce un terrazzamento e come si organizza un uliveto così da favorire la formazione di adulti che sappiano valorizzare il territorio e contribuire, anche in futuro, al processo di riqualificazione delle aree abbandonate».

Capergnanica (Cremona) – Riscoprire l’arte in bicicletta
Permettere a pedoni e ciclisti di visitare una cappella costruita tra il XVII e il XVIII secolo. Nel Comune di Capergnanica, paesino di duemila abitanti del Cremasco, le chiese campestri rappresentano un’antica tradizione, ma quella della Madonna Immacolata e degli affreschi che la decorano è dimenticata da anni. Ignorata dagli stessi Capergnanichesi, il luogo di culto si trova lungo la strada che porta alla tangenziale per Milano, ma il marciapiede affianco è coperto di rifiuti e sterpaglie. Perfino la posizione dei pali della luce complica il passaggio dei pedoni. Il progetto del Comune darà invece la possibilità ai pellegrini di raggiungere la chiesa campestre in bicicletta, a piedi e perfino in carrozzella, in un percorso di circa 600 metri. I lavori di restauro alla cappella sono iniziati a inizio 2017 e proseguiranno fino alla fine di settembre, appena dopo la festa dell’Immacolata, con il rifacimento del percorso ciclopedonale. Se ne occupano in prima linea Elena Tessadori, impiegata del comune, Chiara Nichetti, rappresentante della parrocchia di San Martino, a cui fa riferimento la cappella e Linda Stabilini, cittadina “attiva” della zona. Il loro obiettivo è far sì che la riscoperta di questo luogo spinga i cittadini a prendersene cura. Dopo l’intervento di tre restauratrici alla chiesetta campestre, l’idea è poi quella di chiamare alcuni laureati in storia dell’arte per analizzare gli affreschi e provare ad attribuirli a qualche pittore del XIV secolo.

Capergnanica, qui la chiesa che verrà restaurata e sarà raggiungibile con una pista ciclabile

Quarna Sotto (Verbano-Cusio-Ossola) – Riapriamo la Grassi
Un paesino montano che si affaccia sul lago d’Orta nella profonda Verbania, in Piemonte. Quattrocento abitanti (i più anziani della provincia) desiderosi di mettersi in gioco. Una forte e radicata tradizione artigiana nella fabbricazione di strumenti musicali a fiato. I fattori per la rinascita di una comunità ci sono tutti. Mancava solo un progetto. E questo è stato trovato, grazie agli sforzi del Comune di Quarna Sotto e di dieci associazioni no profit che hanno unito le forze. Si tratta della riapertura della storica fabbrica “Grassi”, una delle più importanti industrie di strumenti musicali d’Italia, specializzata nella costruzione di saxofoni e clarinetti. Chiusa negli anni ’80 a causa della sempre più alta concorrenza industriale cinese, la fabbrica è rimasta abbandonata per anni, nel centro città. Ora la comunità vuole riaprirla, rendendola un luogo simbolo del paese. Diventerà la “casa della comunità”, a disposizione di tutti. Giovani, anziani, musicisti (tutti gli abitanti di Quarna lo sono), sportivi potranno utilizzarla come luogo di ritrovo e di attività. Servirà ad esaltare le tante associazioni che operano sul territorio. Ma sarà anche un polo attrattivo, col compito di chiamare a sé turisti e sportivi che possano così godere delle meraviglie paesaggistiche della zona e immergersi nella tradizione musicale della città. Una nuova vita per la struttura, senza però dimenticarne il passato: gli spazi e l’arredamento dovranno ricordare il più possibile la storia della fabbrica, che in passato dava a lavoro a tutta la città.

Cremona – Cittadinanza in movimento
Far rivivere un quartiere che negli anni ha subito un forte cambiamento sociale e urbanistico, creare occasioni di aggregazione e migliorare la convivenza tra cittadini sono questi gli scopi di Cittadinanza in movimento. Il progetto del Comune di Cremona, sostenuto da Fondazione Cariplo coinvolge quattro aree del quartiere Po e vede in campo diversi attori. Un ruolo centrale lo svolgono le scuole, per le quali sono state create esperienze come l’orto didattico o il sentiero dei profumi una strada chiusa al traffico che ospita piante aromatiche scelte dai bambini. Tra le aree coinvolte c’è anche un parco pubblico, Parco Sartori, un’area verde riarredata da Arya, un’associazione di giovani architetti della città. Per rendere vivo e sicuro questo spazio sono state organizzate feste, giornate di giochi e diverse attività per grandi e piccini. Un’altra importante iniziativa di riqualificazione di un’area residenziale comunale vede coinvolto Il laboratorio Aps, un’associazione di danza, sorta tra i caseggiati, che si propone di favorire l’integrazione delle fasce più deboli della popolazione. L’idea di fondo è che un bene pubblico diventa un bene comune solo se le persone si attivano in prima persona per preservarlo e valorizzarlo.

A cura di Nicola Baroni, Jacopo Bernardini, Francesco Caligaris, Marta Facchini, Mattia Guastafierro, Valentina Iorio, Giovanni Marrucci e Lorenzo Nicolao.