Nemmeno le prime denunce fermano le proteste dei pastori sardi. Dopo gli «sversamenti bianchi» sulle strade e i blocchi dei tir a Porto Torres per colpire le aziende di trasformazione, arriva l’ultimatum alle istituzioni: «Se entro pochi giorni non si trovano soluzioni per il nostro settore bloccheremo la Sardegna il 24 febbraio, il giorno delle votazioni (per il consiglio regionale, ndr). Non entrerà nessuno a votare: non è che non andiamo a votare, non voterà nessuno, blocchiamo la democrazia, ognuno si assuma le proprie responsabilità». Continuano le proteste ad Alghero dove centinaia di allevatori sono scesi in strada davanti ai caseifici e poi in corteo hanno puntato sull’aeroporto. Blocchi stradali anche nell’Oristanese e nel Cagliaritano. I pastori protestano contro il prezzo di 55 centesimi al litro per il latte ovino e caprino, ritenuto troppo basso, praticato dall’industria di trasformazione, che sempre secondo gli allevatori, si rifiuta di trasferire ai produttori di materia prima una quota maggiore del prezzo di vendita del prodotto finito, in particolare il pecorino romano. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è atteso a Cagliari per un vertice in prefettura e aprire un tavolo con i sindaci del Sud Sardegna e le associazioni di categoria per eventuali aiuti finanziari al settore in crisi.

Le denunce e il sostegno – Gli inquirenti stanno visionando i numerosi filmati delle azioni di protesta dei pastori postati sui social, dal blocco a Porto Torres delle cisterne e dei tir per la distribuzione del latte già confezionato allo sversamento di 4700 litri di latte ovino a Ortacesus e Senorbì (nel Sud Sardegna) di fronte ai cancelli dell’azienda casearia Serra e poi a Olzai, dove il Rio Bisine è diventato un fiume di latte. Fino all’assalto a un camion carico di carne proveniente dalla Francia e rovesciato sull’asfalto. Cinque, dichiarano i carabinieri, i responsabili denunciati per danneggiamento e violenza privata. Pronta la reazione del Movimento pastori sardi che in un comunicato sul profilo Facebook non arretra di un millimetro: «Nelle strade non c’è il Movimento Pastori Sardi, ma tutti i pastori uniti della Sardegna che non rispondono a questa o a quella sigla, a questo o a quel partito, con un unico grande obiettivo: ridare dignità al nostro lavoro, ritornare ad essere padroni del nostro prodotto. Non ci saranno sconti per nessuno, pretendiamo la serenità delle nostre campagne e per questo, anche con dolore, lasciamo a casa gli scrupoli e continuiamo a perseguire un sogno che ha sapore di dignità e libertà». Dopo l’endorsement dei giocatori del Cagliari che versano il latte insieme ai pastori e scendono in campo a San Siro con una maglia bianco latte dal messaggio inequivocabile: «Solidarietà ai pastori sardi», anche a Nuoro i commercianti annunciano una serrata di solidarietà. Gli studenti dell’Istituto Agrario di Oristano solidarizzano con gli allevatori in lotta compiendo il gesto simbolo della protesta, il versamento dei bidoni del latte per terra.

Le reazioni delle istituzioni – «Se il problema dei pastori non si dovesse risolvere nelle prossime ore sono pronto ad arrivare personalmente in Sardegna, in settimana. Si tratta di una questione da risolvere in fretta», ha dichiarato in un’intervista sulla TgR della Sardegna, il ministro dell’Interno Matteo Salvini. «Invece che fare propaganda elettorale sulla pelle dei nostri pastori perchè il governo nazionale non mette a disposizione della Sardegna i 25 milioni di euro del fondo ovicaprino bloccati a Roma?» è la dura reazione pubblicata su Facebook dall’assessore regionale all’Agricoltura, Pier Luigi Caria che invita i pastori a non lasciare il tavolo di trattativa. Più sfumata la posizione del presidente della Regione Sardegna, Francesco Pigliaru, che si appella «al senso di responsabilità di tutti i portatori di interesse del comparto ovicaprino, convocati attorno a un tavolo dalla Regione per trovare una giusta soluzione alla crisi del prezzo del latte, affinché non si abbandoni la trattativa». Anche il candidato alla segreteria del Pd ed ex ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina invoca la convocazione di un tavolo nazionale con il governo protagonista. Per Coldiretti, che annuncia per il 12 febbraio un sit-in di protesta dalle ore 9.30 davanti a Piazza Montecitorio a Roma con un delegazione di pastori sardi, «il prezzo di circa 60 centesimi al litro è una elemosina che non copre neanche i costi di allevamento e di alimentazione e spinge alla chiusura i 12 mila allevamenti presenti in Sardegna in cui si trova il 40 per cento delle pecore allevate in Italia».

Vertice in prefettura –  «Sono pienamente d’accordo con loro. Il Consorzio non sta facendo quello che dovrebbe fare, non possiamo permettere che il pecorino venga fatto con il latte romeno e poi noi ci troviamo con i pastori in seria difficoltà. Apriremo un tavolo di filiera nazionale sul pecorino e cercheremo di capire se è possibile reperire dei fondi per aiutarli. Non vogliamo limitarci a tamponare l’emergenza ma vogliamo cambiare un Consorzio che non sta facendo l’interesse dei nostri pastori», dice il ministro delle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio. Ospite di Circo Massimo su Radio Capital, annuncia il vertice in prefettura a Cagliari con il premier Conte, che già in una lettera al quotidiano L’Unione Sarda aveva invocato il «gioco di squadra», spiegando che il risultato del contratto «saranno investimenti, cantieri, ossigeno per le imprese e per tutto il tessuto produttivo locale». Al centro della visita governativa il contratto istituzionale di sviluppo (Cis), uno strumento legato al Piano nazionale per la messa in sicurezza del territorio e il riammodernamento delle infrastrutture per valorizzare sul piano economico i territori del Sud. Massima allerta tra le forze dell’ordine che temono «gesti eclatanti» dei pastori in protesta.