Un soldato della Marina americana ha aperto il fuoco nella base militare di Pearl Harbour, uccidendo due civili e ferendone un terzo. Poi si è suicidato. È successo alle 14:30 ora locale (1:30 di notte in Italia) del 4 dicembre, nella storica base navale a 13 chilometri da Honolulu, nelle Hawaii, che ospita la flotta statunitense nel Pacifico. Il presidente Donald Trump è stato informato dell’accaduto mentre era di ritorno da Londra, dove ha partecipato al vertice dei leader della Nato. La Casa Bianca ha offerto la sua assistenza alle Hawaii attraverso le agenzie federali.

L’attacco – La dinamica e il movente dell’episodio non sono ancora stati del tutto chiariti. Secondo i testimoni, a sparare all’improvviso vicino all’ingresso Sud dell’area militare è stato un uomo con la divisa della Us Navy, la Marina statunitense. Dopo aver ucciso due persone e averne ferita una terza, il marine si è tolto la vita sparandosi alla testa. La versione è stata confermata dalle autorità che però non hanno ancora identificato l’uomo. Le due vittime e il ferito erano tutti e tre dipendenti civili del Dipartimento alla Difesa, ma non si è ancora capito se fossero legate in qualche modo al militare che ha sparato.

La procedura di «lock down» – La base di Pearl Harbour – che ospita sia la l’Air Force sia Us Navy con 10 navi da guerra e 15 sottomarini – è stata messa per quasi due ore in «lock down», la procedura di protezione speciale in cui tutti gli accessi e le vie di uscita sono bloccati e nessuno può entrare o uscire dall’area. La stessa condizione è stata applicata anche ad alcuni edifici vicini.

La ricorrenza – L’episodio cade a tre giorni dal 78esimo anniversario dell’attacco aereo giapponese alla base. Il 7 dicembre 1941 morirono oltre 2.300 americani e l’attacco segnò l’ingresso degli Stati Uniti nella Seconda Guerra Mondiale. Proprio nelle ore della sparatoria, come ogni anno, erano in corso i preparativi per le celebrazioni che coinvolgono i militari e civili statunitensi che lavorano e vivono nella base hawaiana con le loro famiglie.