Responsabilità professionale e normativa antimafia sugli appalti. Questi i due filoni di indagini seguiti dai carabinieri del Nas di Napoli, coordinati dal maggiore Gennaro Tiano a proposito del caso della donna dello Sri Lanka intubata e trovata ricoperta di formiche all’ospedale San Giovanni Bosco di Napoli sabato 10 novembre. È prevista anche un’incursione negli uffici della Prefettura per acquisire la relativa documentazione.

Proroghe infinite – Sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti, coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Lucantonio, sono finiti gli appalti relativi alla manutenzione e alle pulizie. Mario Forlenza, direttore generale dell’Asl Napoli 1, ha dichiarato all’agenzia di stampa Ansa che: «la ditta di pulizie che si occupa dell’ospedale San Giovanni Bosco lavora da oltre 15 anni con proroghe di un vecchio appalto». Di norma un contratto di questo genere dura 4 anni e viene prorogato di un anno, quindi l’Asl ha subito provato a sanare la situazione tramite l’avvio di una nuova procedura di appalto partita a luglio. La commissione si è già insediata e, a breve, partirà la gara che verrà divisa in due lotti: uno per l’Ospedale del Mare e l’altro per tutti gli altri ospedali.

I primi provvedimenti e la politica. Domenica 11 novembre sono stati sospesi il medico e gli infermieri che erano di turno quando si è venuti a conoscenza dell’episodio di malasanità. Lo scandalo è stato sollevato da Francesco Emilio Borrelli, consigliere regionale campano dei Verdi, dopo che una parente di un’altra paziente aveva filmato la scena e gli aveva girato il video. Subito sono intervenuti Giulia Grillo, ministro della Sanità, che ha chiesto l’intervento dei Nas e Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, che ha inviato i dirigenti della sanità regionale. Il Governatore, dopo aver visitato l’ammalata, per evidenziare la situazione di disorganizzazione e di mancato governo della sanità, ha fatto notare che presso l’Asl Napoli 1 sono pendenti ben 160 provvedimenti disciplinari.

La protagonista. Gli altri pazienti della corsia occupata dalla donna cingalese sono stati trasferiti altrove e la stanza è stata bonificata, ma la vittima della vicenda è ancora in Italia. La donna, 71 anni, è stata sottoposta a un intervento cardiochirurgico e poi ha subito un grave evento neurologico. Secondo la figlia desidera soltanto tornare nel proprio Paese, ma, fino a che non ci sarà un medico disposto ad accompagnarla, nessuna compagnia aerea è disposta a prenderla a bordo.