Un milione per ogni abuso. È il risarcimento danni che la diocesi di Savona si è vista recapitare dall’associazione Rete l’Abuso per cinque casi di molestie ai danni di minori commessi nel 2012 da don Nello Giraudo. I vertici ecclesiastici avrebbero tentanto di insabbiare il caso.
Il caso – La denuncia del presidente dell’associazione Rete l’Abuso, Francesco Zanardi riguarda il mancato intervento della Chiesa per tutelare i cinque ragazzini vittime di pedofilia da parte dell’ex parroco Nello Giraudo, condannato nel 2012 a un anno di carcere per abusi sessuali in secondo grado. Tre delle vittime erano stati addirittura «sottratti alle famiglie dai centri sociali e affidati a Giraudo», come raccontano gli avvocati dell’associazione.
Quello che risulta più preoccupante è però il problema della mancata denuncia da parte dei vescovi, che sarebbero stati a conoscenza degli abusi sui minori. Nel procedimento di archiviazione, il giudice delle indagini preliminari Fiorenza Giorgi aveva rilevato come fosse emerso con chiarezza il fatto che «la sola preoccupazione dei vertici della Curia fosse quella di salvaguardare l’immagine della Diocesi piuttosto che la salute fisica e psichica dei minori che erano stati affidati ai sacerdoti della medesima».
Il procedimento – Per arrivare alla richiesta di risarcimento, gli avvocati di Rete l’Abuso, Elena Peruzzini e Francesca Rosso, sono partiti proprio dal provvedimento adottato dal giudice Giorgi, che aveva deciso per l’archiviazione nei confronti dell’ex vescovo Dante Lafranconi. Il fatto rilevante era proprio questa mancata denuncia da parte dei vertici religiosi, che erano perfettamente a conoscenza dei fatti, ma che non avevano seguito la strada della segnalazione all’autorità giudiziaria di quanto avvenuto.
Dopo la lunga trattativa finita male tra l’associazione anti-pedofilia e la Curia, la Diocesi della città del Ponente ligure è stata infine chiamata in giudizio e dovrà rispondere al Tribunale di Savona per due delle cinque citazioni. La prima udienza è stata fissata per il 15 novembre 2019. La Curia per ora non si sbilancia: «Nessun commento» è l’unica reazione di don Angelo Magnano, vicario del vescovo Calogero Marino.