Sono 119 gli indagati in una maxi operazione che ha portato all’arresto di tre persone per pedopornografia. La polizia postale – coordinata dal procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, dall’aggiunto Giancarlo Novelli e dal pm Saverio Sapia – ha individuato i veri nomi degli utenti nscosti dietro pseudonimi che in rete si scambiavano foto e video pedopornografici. L’indagine è partita oltre un anno fa grazie a una serie di segnalazioni arrivate attraverso il circuito internazionale di cooperazione per il contrasto allo sfruttamento dei minori online, e ha interessato 16 regioni e 60 province italiane. I tre arrestati provengono da Imperia, Reggio Calabria e Pistoia, ma è In Lombardia, Veneto e Piemonte che risiedono la metà degli indagati, appartenenti comunque a diversi contesti sociali. Studenti e disoccupati, impiegati pubblici e pensionati, ma anche poliziotti e militari, con un’età media compresa tra i 18 e i 72 anni: il quadro che disegna l’indagine restituisce la trasversalità di un fenomeno sempre più diffuso nel nostro Paese.
Allarme – Più 333%. È questo il tasso di crescita della pedopornografia in Italia negli ultimi 10 anni. Secondo i dati raccolti dall’associazione di tutela dei minori Indifesa, sonostate 5.930 le vittime nel 2019, il 60% delle quali di sesso femminile, con il 91% dei contenuti che riguardavano minori di 13 anni. La pedopornografia negli ultimi anni si è caratterizzata come il reato che aumenta di più, con un tasso medio annuo del 26%. L’allarmante crescita di questo tipo di reati – che consistono nel produrre, divulgare, diffondere e pubblicizzare immagini o video ritraenti bambini, bambine e adolescenti coinvolti in comportamenti sessuali – viaggia in parallelo con l’aumento della domanda e dell’offerta di materiale pornografico. Un fenomeno in ascesa cui stanno contribuendo sia le nuove piattaforme social, molte delle quali garantiscono una maggiore libertà e un minore controllo nella condivisione dei contenuti, sia l’emergenza Coronavirus. Proprio la pandemia, e il conseguente lockdown, ha portato con sé un aumento dei casi di abuso sessuale online su minori, così come la diffusione di materiale pedopornografico. La diminuzione della supervisione genitoriale, la mancanza di reti extra familiari come la scuola cui rivolgersi e l’aumento della partecipazione in ambienti online, così come lo scambio consensuale di foto e video autoprodotti, sono solo alcuni dei fattori che hanno acuito la diffusione della pedopornografia in Italia. Tra i primo e il 15 aprile 2020, secondo quanto riporta Save the Children, sarebbero raddoppiate le denunce per pedopornografia e i ricatti sessuali online: 181 casi, a fronte degli 83 dell’anno precedente.
Hotline – Nel 2006 è stato istituito il “Centro Nazionale per il Contrasto della Pedopornografia sulla rete Internet”, un dipartimento della polizia postale che si occupa della prevenzione e della repressione di questo tipo di reati. Segnalare la presenza di materiale online risulta fondamentale per le forze dell’ordine. La rete garantisce un servizio specifico di denuncia, chiamato “hotline”: compilando un form via web è possibile segnalare non solo contenuti pedopornografici, ma anche razzisti e che incitano all’odio e alla violenza. Altri servizi di hotline sono garantiti da Save the Children Italia: https://stop-it.savethechildren.it/ e da Telefono azzurro: https://azzurro.it/clicca-e-segnala/