Erano le 7.20 del 19 marzo 1994, giorno del suo onomastico, Don Giuseppe Diana era nella sacrestia della chiesa di San Nicola di Bari a Casal di Principe, intento a prepararsi per celebrare la Messa del mattino, quando venne assassinato. Dell’omicidio fu accusato Nunzio De Falco, che all’inizio dell’indagine cercò di far cadere le responsabilità del delitto sul boss Francesco Schiavone. De Falco venne poi arrestato il 15 novembre 1997 dopo una breve latitanza in Spagna quando, in seguito alle rivelazioni del collaboratore di giustizia ed esecutore materiale Giuseppe Quadrano, confessò.

Le iniziative – «Bisognerebbe stare scalzi sul pavimento della sacrestia di don Peppino Diana. È terra sacra». Lo ha detto l’anno scorso don Luigi Ciotti che, ormai da 28 anni, va a Casal di Principe sulla tomba del prete. Anche quest’anno sono in programma diverse iniziative che vedono il coinvolgimento degli scout, dei quali faceva parte il sacerdote assassinato. Il MASCI in particolare, Movimento Adulti Scout, ha organizzat per il 19 marzo una visita alle mostre permanenti alla Casa don Diana, polo didattico di attività educative.

Mattarella – Sergio Mattarella sarà a Casal di Principe il 21 marzo, come annunciato dal portavoce del presidente della Repubblica. Il sindaco di Casae, Renato Natale, con un post sui suoi profili social, ha detto di essere «particolarmente emozionato per questa visita che già da alcuni anni avevamo chiesto al presidente». Marisa Diana, sorella del sacerdote, ha ricordato che «Peppe sarebbe orgoglioso di vedere qui il Presidente. Lui può capirmi, soccorse il fratello». Secondo alcune indiscrezioni il Capo dello stato  dovrebbe andare al cimitero entro le 10:30, per poi incontrare gli studenti dell’istituto IT Guido Carli, all’una è prevista la tappa alla Nco, la Nuova cucina organizzata che ha modificato il significato dell’acronimo con cui in origine si indicava la Nuova camorra organizzata, l’organizzazione criminale fondata da Raffaele Cutolo. Nella cooperativa sociale Nco lavorano ragazzi con disabilità e saranno proprio loro a servire il pranzo al Presidente. Al termine, Mattarella si sposterà nella chiesa di San Nicola, dove don Giuseppe fu ucciso.

Simbolo della lotta alla Camorra – La notizia dell’assassinio di don Diana, che era fuori da ogni dinamica riconducibile alla criminalità organizzata, fece scalpore, risvegliando una volontà di lotta alla Camorra mai vista prima. «Per amore del mio popolo non tacerò. Siamo preoccupati. Assistiamo impotenti al dolore di tante famiglie che vedono i loro figli finire miseramente vittime o mandanti delle organizzazioni della camorra». Sono le parole pronunciate dal sacerdote in un discorso tenuto nel Natale del 1991, per cercare di smuovere la coscienza collettiva caratterizzata dalla cultura dell’omertà, “principale favoreggiatrice” del sistema costruito dal clan dei casalesi. Le parole del prete erano una risposta agli omicidi e alle stragi delle cosche, che in quel periodo stavano insanguinando le strade non solo di Casal di Principe, ma di tutto l’Agro Aversano. Così, dopo il suo omicidio, Don Peppe divenne il simbolo della lotta alla camorra. La sua storia ha portato alla nascita di varie iniziative in contrasto al fenomeno. In particolare Il 25 aprile 2006, a Casal di Principe, nasce ufficialmente il Comitato don Peppe Diana alla quale hanno aderito sette organizzazioni: l’Agesci Campania, le associazioni Scuola di Pace Don Peppe Diana, Jerry Essan Masslo, Progetto Continenti, Omnia Onlus, Legambiente circolo Ager e la cooperativa sociale Solesud Onlus.