Sette persone arrestate, altre nove indagate e 140 permessi di soggiorno concessi in modo illecito, dietro compenso: sono i numeri dell’operazione svolta dalla Procura di Napoli, che ha smantellato le attività di una banda ora accusata di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e di corruzione. Coinvolti anche quattro agenti della polizia, due indagati e arrestati. Secondo l’accusa, fra questi ci sarebbe anche Vincenzo Spinosa, ex ispettore ora in pensione che nel corso della carriera ha prestato servizio all’Ufficio Immigrazione. Sarebbe stato proprio lui a coordinare l’intera filiera delle operazioni illecite. Fra gli indagati anche un avvocato che sarebbe stato in contatto con gli agenti, e due tunisini: uno di loro è stato già indagato dalla Procura di Napoli nell’ambito di un’inchiesta anti-terrorismo.

Le tariffe – “Abbiamo fatto passare il mondo. Abbiamo fatto passare anche chi non meritava”. Parlavano così fra loro, traditi dalle intercettazioni, due algerini coinvolti nell’organizzazione. La Guardia di Finanza e la Polizia hanno ritrovato agende che tracciano la contabilità dei servizi illeciti offerti agli immigrati, con relativi prezzi e tariffe: 50 – 100 euro in cambio di informazioni, oltre 3 mila per agevolare la pratica necessaria per la concessione o il rinnovo del permesso di soggiorno, anche quando non c’erano i requisiti richiesti dalla legge.

I “pizzini” – Ritrovati anche alcuni “pizzini” che riferiscono le comunicazioni fra Enzo, uno dei poliziotti coinvolti, e Munir, un immigrato, che si scambiano indicazioni su come comunicare in modo sicuro: “Munir, sono Enzo, questo è il nuovo numero, mi devi chiamare tu con una nuova scheda e un nuovo telefono”. Entrambi sono stati arrestati. L’algerino Ahmedi Khemisti – detto “Zidane”, anche lui in manette –  si occupava invece di falsificare carte d’identità e passaporti: la Polizia locale di Napoli lo aveva già arrestato nel novembre del 2018 perché trovato in possesso di migliaia di documenti falsi.

Il percorso delle indagini – Le indagini, svolte dal Gico (Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata) di Napoli, sono partite nel 2016, in seguito a una segnalazione di finanziamento al terrorismo. Erano emersi alcuni trasferimenti di denaro sospetti: partivano da un algerino, a Napoli, e arrivavano in Belgio, diretti a un connazionale. Quest’ultimo sarebbe stato molto vicino a uno degli organizzatori degli attentati di Parigi del novembre 2015. Il proseguimento delle indagini non ha poi confermato alcuna ipotetica connessione fra l’algerino in questione – residente a Napoli – e terroristi, ma hanno permesso al pubblico ministero Catello Merasca, a capo delle operazioni, di scoprire l’esistenza dell’organizzazione criminale impegnata nella compra-vendita di permessi di soggiorno.