Aveva molto per poter sperare in un futuro migliore: la giovinezza e una laurea in chimica. Ma quando gli è stato negato il permesso di soggiorno in base alle nuove norme sulla sicurezza, Prince Jerry, nigeriano, 25 anni, ha ceduto alla disperazione e lunedì 28 gennaio si è ucciso gettandosi sotto un treno. E’ successo a Tortona, nell’Alessandrino. Già nei mesi scorsi il ragazzo aveva ricevuto una prima risposta negativa alla richiesta di poter rimanere in Italia e pochi giorni fa, scoprendo di non avere diritto al permesso umanitario, non ha retto allo sconforto.

La storia – Prince Jerry era arrivato in Italia nel 2016, scendendo da un barcone come tanti altri. Era seguito dalla comunità Migrantes di Genova e viveva nel centro di accoglienza di Multedo, la cui apertura nel 2017 era stata accompagnata da molte polemiche da parte degli abitanti del quartiere. Studiava nel capoluogo ligure per ottenere il riconoscimento della laurea in chimica ottenuta nel suo Paese e nel frattempo aveva avviato le pratiche per ottenere un permesso. A dare l’annuncio della scomparsa del giovane ai parrocchiani è stato monsignor Giacomo Martino, responsabile della Migrantes: «Uno dei nostri ragazzi di Multedo, Prince Jerry, cui era stato opposto un diniego prima di Natale e scoprendo che non avrebbe potuto contare neppure sul permesso umanitario che è stato annullato dal recente decreto, si è tolto la vita buttandosi sotto un treno. Ho dovuto fare il riconoscimento di quanto era rimasto di lui. È stato un momento difficile ma importante perché ho ritenuto di doverlo accompagnare in questa sua ultima desolazione». Il prelato celebrerà i funerali del giovane venerdì 1 febbraio nella chiesa dell’Annunziata a Genova, città in cui Prince Jerry sarà sepolto.

Il Decreto Sicurezza – Come riporta il quotidiano online GenovaToday monsignor Martino ha voluto chiarire da subito: «Non desidero in nessun modo che questo ragazzo e la sua triste storia vengano strumentalizzate per discorsi diversi da quelli di compassione per una vita stroncata e di un lungo sogno interrotto». Il riferimento è ovviamente anche al tema decreto sicurezza, approvato dal parlamento il 28 novembre e poi convertito in legge. Nel primo dei suoi articoli cancella il permesso di soggiorno per motivi umanitari che aveva la durata di due anni e consentiva l’accesso al lavoro, al servizio sanitario nazionale, all’assistenza sociale e all’edilizia residenziale, sostituendolo con alcuni permessi speciali. Il 31 gennaio la Regione Piemonte ha presentato ricorso alla Corte costituzionale contro il provvedimento. Secondo il governatore Sergio Chiamparino: «Il decreto rischia di creare un mondo di invisibili, di persone che non possono, non riescono ad integrarsi e per questo sono più facilmente alla mercé di chi viola le regole».