L’interno della Banca dopo la strage

Di cosa successe il pomeriggio del 12 dicembre 1969 a Milano non si ricorda quasi più nessuno. Dopo cinquant’anni la strage di Piazza Fontana è stata dimenticata da molti: giovani e non. Poche persone tra quelle intervistate dalla Sestina sanno quante sono state le vittime e chi ha messo la bomba nella Banca Nazionale dell’Agricoltura di Milano.

I giovani e la memoria – Per la maggior parte degli universitari l’attentato pianificato da Ordine Nuovo, il movimento politico di estrema destra, non è mai avvenuto. «Io non so cosa sia» è la risposta più frequente. L’atteggiamento non cambia neanche quando vengono dati particolari in più. Non si conoscono gli anni di Piombo né tanto meno il nome dell’anarchico Giuseppe Pinelli. Dare la colpa al singolo, ovviamente, è riduttivo. Il problema sta nell’educazione scolastica e nella memoria storica che, a fatica, si trasmette da una generazione all’altra. Confessa una studentessa di Mediazione culturale: «Al liceo siamo arrivati al 1950». Una carenza diffusa che porta i ragazzi di oggi ad avere poca consapevolezza di quello che è successo nel passato.


Consapevolezza –
Anche gli adolescenti che dicono di sapere cosa sia la strage di Piazza Fontana hanno una conoscenza sommaria degli avvenimenti. Molti pensano che siano state le Brigate Rosse ad aver piazzato la bomba. Il terrorismo nero, quello che la Corte di Cassazione nel 2005 ha riconosciuto come l’artefice dell’attentato, non viene preso in considerazione. Il nome di Giuseppe Pinelli, se mai è stato letto o sentito da qualche parte, è finito nel dimenticatoio. «Non ho idea di chi sia», dice uno studente del polo universitario di Sesto Marelli. L’impressione è che oltre allo studio della storia, manchi la curiosità: se non si sa, non si chiede.

Gli adulti si ricordano di Piazza Fontana? – La perdita di memoria storica lega giovani e adulti. Anche chi è stato testimone dei momenti che hanno preceduto e seguito l’esplosione nella Banca Nazionale ha la memoria offuscata. Le dimenticanze sono praticamente le stesse: «Non è stata mica l’estrema sinistra?», chiede un signore all’uscita del liceo “Erasmo Da Rotterdam” a Sesto San Giovanni. Per la maggior parte delle persone, Pinelli non è stato defenestrato dalla Questura di Milano, ma si è suicidato. «Sa quante cose sono successe dal 1969?», commenta una cittadina di Sesto San Giovanni. Se identificare la forza politica che ha commesso la strage è difficile, ricordare i nomi di chi era coinvolto sembra, a questo punto, impossibile. Tra gli intervistati dalla Sestina nessuno fa riferimento a Franco Freda, Giovanni Ventura o Delfo Zorzi.

I funerali per le vittime di Piazza Fontana

Iniziativa personale – C’è anche chi, però, decide di parlare e non dimenticare. Probabilmente perché è stato spronato da un professore che ha raccontato l’Italia degli anni ’70, nonostante non rientri nel canonico programma dell’ultimo anno. Al liceo Erasmo da Rotterdam di Sesto San Giovanni alcuni studenti del quinto superiore hanno commemorato le 17 vittime di Piazza Fontana scrivendo su un cartellone che cosa successe quel pomeriggio del 12 dicembre di 50 anni fa. Spiega una delle organizzatrici del progetto: «Vogliamo che lo sappiano anche i nostri compagni. Crediamo sia importante».