L’abusivismo? «Basterebbe mandare in galera il sindaco e chi lascia costruire». Non si placano le polemiche sulle parole del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Pichetto Fratin a poche ore dalla frana che ha sconvolto l’isola di Ischia.

L’intervista a Rtl102.5- In un’intervista concessa a Rtl102.5, parlando della tragedia dell’isola campana e dell’abuso edilizio, il ministro si è scagliato contro quei primi cittadini che chiudono un occhio sulle costruzioni irregolari di case ed edifici. E come soluzione al problema si è esposto sul tema delle demolizioni. «Confischerei quello che è abusivo, poi andrei a vedere caso per caso», ha detto il titolare del dicastero dell’ambiente, che poi ha poi ricordato come, per l’area colpita dalla frana, vi siano «stanziamenti previsti dodici o tredici anni fa e che tutt’ora risultano in ambito locale solo a livello di progettazione». Una pronta risposta alle parole di Picchetto Fratin è arrivata dal sindaco di Lacco Ameno, Giacomo Pascale: «Resto incredulo per la sua affermazione, soprattutto perché da Meloni a Sangiuliano, a Crosetto ci sono stati tutti vicini».

28mila le richieste di condono- Su 60mila abitanti, l’isola di Ischia conterebbe 28mila richieste di condono. Solo nel comune di Casamicciola Terme, circa 13mila abitanti, le richieste di sanatoria edilizia sarebbero oltre 6mila. A queste si aggiungono le richieste per danni del terremoto del 2017, che riguardano i comuni di Casamicciola, Forio e Lacco Ameno. Con il Decreto Genova del 2018, che aveva l’obiettivo primario di far fronte al disastro del Ponte Morandi, il primo governo Conte aveva inserito anche uno “scivolo” per risolvere la situazione ischitana, all’articolo 25, che avrebbe dovuto semplificare le pratiche di sanatoria rimaste in sospeso. Lo Stato avrebbe dovuto pagare per la riqualificazione edilizia di tutte le abitazioni danneggiate a causa del terremoto. Entro 6 mesi tutte le pratiche avrebbero dovuto essere risolte, sulla base dei parametri del condono del 1985.

Le parole dell’ex sindaco di Casamicciola, Giuseppe Conte, sembrerebbero confermare una negligenza dello Stato: «Dopo l’alluvione del 2009 non c’è stato alcun intervento, nonostante i fondi stanziati per la sicurezza negli ultimi anni, inoltre manca ancora piano per il dissesto idrogeologico della zona, annunciato da anni».

La questione idrogeologica – Il mancato rispetto delle norme edilizie è solo una delle cause della tragedia. L’elefante nella stanza è, ancora una volta, il cambiamento climatico. Proprio nel 2021 la Corte dei Conti ha denunciato come in Italia ci fossero 18 miliardi di fondi bloccati che avrebbero dovuto far fronte al dissesto idrogeologico, divenuto un problema sempre più urgente a causa dell’aumentata violenza dei fenomeni atmosferici. In base a un report di Legambiente Italia gli eventi climatici estremi in Campania da inizio anno sarebbero 18, sei soltanto a novembre. L’associazione ambientalista ha rivolto un appello al governo: «è indispensabile entro fine anno dotarsi di un piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici»