«Di solito faccio 50 (euro, ndr) prima, 100 dopo, però ti faccio lo sconto». Un discorso da venditore, con tanto di tariffario, prezzi e modalità di pagamento per concedere un bonus bebè a chi ne aveva diritto. Ma le forze dell’ordine sono riuscite a interromperlo. Così un dipendente comunale di Pioltello, nel Milanese, è stato fermato il 22 marzo dai Carabinieri per concussione continuata.

Intercettazioni – L’uomo è stato arrestato in flagranza di reato dai militari della tenenza di Pioltello e del nucleo operativo radiomobile della compagnia di Cassano D’Adda (Milano) subito dopo essere stato visto intascare una mazzetta di 100 euro attraverso le telecamere installate nel suo ufficio. In una settimana di intercettazioni video, i Carabinieri hanno filmato una quindicina di episodi di richiesta di soldi a stranieri che si rivolgevano all’ufficio comunale. Al momento del fermo, nelle tache dell’uomo  Carabinieri hanno trovato anche una dose di cocaina. L’ipotesi degli investigatori è che i soldi gli servissero per l’acquisto di sostanze stupefacenti.

Il bonus bebè – Secondo l’accusa, il dipendente 55enne avrebbe chiesto del denaro a un cittadino pachistano in cambio dell’assegno di natalità, contributo che normalmente viene pagato automaticamente dall’Inps. Si tratta di un assegno annuo per ogni figlio nato o adottato tra il 1° gennaio 2015 e il 31 dicembre 2017, corrisposto mensilmente fino al terzo anno di vita del bambino, oppure fino al terzo anno dall’ingresso in famiglia del figlio adottato. Spetta ai nuclei familiari in cui sia presente un figlio nato, adottato o in affido temporaneo che siano in possesso di un Isee (l’indicatore della situazione economica delle famiglie) in corso di validità non superiore a 25.000 euro.

Micro-corruzione  – L’Italia si dimostra sempre più teatro non solo di tangenti milionarie, che coinvolgono enormi investimenti pubblici, ma anche di micro-corruzione sommersa. La concussione, reato commesso o da un pubblico ufficiale o da un incaricato di un pubblico servizio che, con abuso dei propri poteri, costringe una persona a dargli o a promettergli indebitamente denaro o altri vantaggi, affligge il Paese da Nord a Sud.
Risale a marzo 2016 la storia di un uomo, malato di cancro, che aveva consegnato tutti i suoi risparmi a Donato Sorvillo, impiegato civile del Centro del Centro documentale del ministero della Difesa a Caserta, per aiutare il figlio a superare il concorso nelle forze armate. Soldi e Rolex in cambio di una spintarella per entrare o in polizia penitenziaria o nella guardia di Finanza.
Nel 2010, in Friuli, l’urologo Giorgio Mazza, all’epoca medico primario nella Casa di Cura «Città di Udine», per 2mila euro, aveva promesso a un paziente di accelerare i tempi di un intervento chirurgico al quale si sarebbe dovuto sottoporre. Il procedimento penale si è concluso nel 2013 con un patteggiamento: un anno e quattro mesi (pena poi sospesa con la condizionale) e la riqualificazione del reato in quello meno grave di concussione per semplice induzione.