Continuano in tutto il Piemonte le ricerche dei due ladri che, il 9 giugno, hanno ucciso con un colpo di pistola all’inguine l’architetto Roberto Mottura. L’uomo li aveva sorpresi nella sua villetta a Piossasco (Torino), in cui c’erano anche la moglie e il figlio di 13 anni.
La dinamica – Intorno alle 4 del mattino del 9 giugno due uomini hanno forzato una persiana al primo piano, sfondato il vetro con una martello – poi ritrovato nelle vicinanze della villetta – per introdursi in casa. Il sistema d’allarme ha svegliato la famiglia che dormiva al piano di sopra: così Roberto Mottura, sceso a controllare cosa fosse successo, si è trovato davanti i due uomini. Secondo quanto è emerso dalle indagini dei carabinieri del nucleo investigativo di Torino e di Moncalieri, coordinati dal pm Valentina Sellaroli, dopo una colluttazione uno dei due ha esploso un colpo di pistola che ha raggiunto l’architetto all’inguine, per poi darsi alla fuga pare a mani vuote. La moglie Laura Mai, che in un primo momento aveva pensato a un malore, ha chiamato i soccorsi: «L’allarme suonava e noi abbiamo cominciato a chiedere aiuto dalla finestra. Non ho sentito il colpo di pistola e quando i rumori sono terminati, sono tornata giù. Mio marito era per terra, ma non immaginavo che gli avessero sparato», riporta il Corriere della Sera. Solo con l’arrivo dei medici e degli infermieri è stato scoperto il foro del proiettile di piccolo calibro, poi ritrovato nell’abitazione. Inutili i tentativi di rianimazione.
L’omicidio – «Il dolore più grande è che mio figlio è morto per niente. In casa non c’era niente da rubare», dice il padre di Roberto, Attilio Mottura, una volta raggiunta la casa del figlio. E commenta: «Qui in zona negli ultimi anni i ladri hanno colpito già sei volte. Mio figlio era andato a vivere in questa villetta pensando fosse un’abitazione più sicura perché meno isolata. Sono venuti in questo complesso otto anni fa per stare tranquilli, prima vivevano con me in una casa molto più isolata. Mio figlio non aveva nemici, viveva per la famiglia e per il suo lavoro». Sull’omicidio di Mottura non sono mancati i commenti dal mondo politico. «Queste tragedie non devono più accadere. Non si può ricostruire un territorio se i suoi cittadini non vivono in sicurezza», ha sottolineato il candidato sindaco di Torino del centrodestra Paolo Damilano. È di pochi giorni fa il caso del gioielliere di Collegno – alle porte del capoluogo piemontese – raggiunto da un colpo di pistola durante un tentato furto nella sua abitazione. La sindaca di Torino Chiara Appendino ha sottolineato: «La situazione non sta peggiorando. Ma i dati sono una storia, poi il tema è quello che percepiscono i cittadini, quindi è importante intervenire anche su questo tipo di azioni».