Il presidente di Ipsos Nando Pagnoncelli (Ansa)

705 milioni di euro di vendite l’anno, più di un quarto del valore complessivo del mercato (il 28%, calcolato al netto di editoria scolastica ed export). La pirateria nel mondo del libro è sempre più ingombrante e forte, a scapito degli editori. Secondo quanto emerso dalla terza analisi dell’istituto di ricerca Ipsos per l’Associazione Italiana Editori sulla pirateria nel mondo del libro, gli atti di illecito stimati in un anno sono 108,4 milioni, quasi 300mila ogni giorno, in calo dell’ 8% rispetto al 2021.

Nell’indagine, presentata oggi nell’incontro “Gli Editori” dal presidente di Ipsos Nando Pagnoncelli, viene inoltre rilevato che a piratare libri a stampa, digitali e banche dati sono il 31% della popolazione sopra i 15 anni, il 78% degli studenti universitari e il 49% dei professionisti (commercialisti, medici, avvocati, notai, architetti, geometri, ingegneri, consulenti del lavoro). Una piaga che ha causato una perdita di posti di lavoro per il settore editoriale pari a 4.900 unità, che diventano 12.000 conteggiando anche l’indotto.

In termini economici, la perdita per il sistema Paese è di 1,75 miliardi di euro, con 298 milioni di mancate entrate per il fisco. Durante l’incontro è emersa anche la scarsa consapevolezza nell’opinione pubblica della gravità della pirateria e delle possibili conseguenze. La percentuale di chi si dice a conoscenza dell’illiceità/illegalità della pirateria è pari, nel 2023, solo al 79%.