Dopo i crolli agli scavi e il problema rifiuti, ci mancava la crisi economica. Pompei e il suo patrimonio archeologico non trovano pace. L’ultimo guaio a turbare la città campana è la protesta dei commercianti, che martedì 29 gennaio hanno sfilato in corteo contro la tassa per i turisti. E sono arrivati a consegnare le chiavi dei negozi al sindaco.

“Commercianti e pompeiani uniti per il proprio futuro. Ora basta”: queste le parole sullo striscione alla testa della manifestazione indetta da Cgil Cisl e Uil, Confesercenti e altre associazioni di categoria. La consegna delle chiavi a Claudio D’Alessio, primo cittadini di Pompei, è un atto simbolico per denunciare la sofferenza economica che sta vivendo la città e per protestare contro l’amministrazione cittadina colpevole – dicono i commercianti – di avere assunto, finora, provvedimenti a danno delle residue forze produttive locali.

Questa l’ipotesi: ticket di un euro per l’ingresso in città dei torpedoni. Per i cittadini potrebbe significare l’abbassamento delle tasse. Per i commercianti invece il pagamento per i visitatori potrebbe far diminuire le visite e quindi le vendite. Per questo motivo si sono ribellati e chiedono al consiglio comunale di non applicarla.

Circa duecento i manifestanti che dall’ingresso dell’Anfiteatro degli Scavi hanno percorso via Plinio fino al Comune, passando dalle strade dello shopping. Le stesse che sono state recentemente pedonalizzate, contribuendo, affermano i commercianti, a desertificare il centro già in ginocchio a causa di assenza di parcheggi e iniziative per attrarre il turismo.

Enrico Tata