Un morto, un uomo in pericolo di vita e 25 arresti. Domenica 19 gennaio, diciannovesima giornata del campionato di calcio dilettantistico dell’Eccellenza Lucana, si è chiusa così. Il bilancio è il risultato di uno scontro tra le tifoserie, storicamente rivali, del Vulture Rionero e del Melfi, le due principali squadre del Vulture, territorio al centro della Basilicata. Le due fazioni si sono incontrate (e scontrate) sulla statale 407 Basentana, provincia di Potenza. Lì, nei pressi di una stazione ferroviaria, Fabio Tucciariello, operaio di 39 anni tifoso del Vulture, è morto dopo essere stato investito insieme a un gruppo di amici da una Fiat Punto con a bordo 3 tifosi del Melfi. Un altro uomo si trova ora in fin di vita ricoverato al reparto di Traumatologia dell’Ospedale San Carlo di Potenza. Mentre sono in corso le indagini, Annunziato Vardè, prefetto di Potenza, ha chiesto a Melfi e Vultur Rionero di valutare l’ipotesi di ritirarsi dal campionato e di isolare i tifosi violentiImmediata la risposta di Mario Grande, presidente della Vultur: «Non ci ritireremo dal campionato. La parte lesa, in questi casi, sono le squadre». Intanto, al termine della riunione del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, Vardè e Isabella Fusiello, questore di Potenza, hanno sciolto il dubbio che era rimasto per tutta la giornata di ieri. L’incontro tra le due tifoserie non è stato casuale, ma un «agguato premeditato e gravissimo».

Un’immagine del tifoso investito. Foto di ANSA/TONY VECE

Cosa è successo – Ieri, il calendario di campionato vedeva le squadre giocare su campi diversi: il Vulture in trasferta a Brienza e il Melfi a Tolve. Da quanto ricostruito finora, i sostenitori rivali si sarebbero incontrati una prima volta in un’area di servizio sulla statale Potenza-Melfi e poi una seconda volta nei pressi della stazione di Vaglio di Basilicata attorno alle ore 14. Lì, mentre Tucciariello e altri tifosi del Vulture scendevano dal pullman che li avrebbe portati a destinazione, c’è stato l’investimento, la cui eventuale premeditazione è ancora all’attenzione degli investigatori. Le forze dell’ordine di Potenza hanno arrestato il tifoso del Melfi che era alla guida della Fiat Punto e altri 24 sostenitori della Vultur. Tutti e 25 sono stati trasferiti nel carcere del capoluogo lucano con le accuse di violenza privata e possesso di oggetti atti a offendere e di omicidio per il presunto responsabile della morte di Tucciariello, morto sul colpo. Un altro uomo, ora in fin di vita e in stato di arresto, è immediatamente stato trasportato dal 118 al San Carlo di Potenza dove è stato sottoposto a interventi chirurgici a un avambraccio, un braccio e alle gambe. Altri due tifosi trasportati in codice giallo in ospedale sono già stati dimessi e interrogati dalla Polizia.

Un’antica rivalità – Vulture e Rionero, nel cuore della Lucania, distano appena 15 km di distanza l’una dall’altra. Ben più ampio il divario che le separa per le rivalità tra le tifoserie delle due squadre. Quanto successo è stato definito da Livio Valvano e Luigi di Toro, i sindaci delle due città, come un «atto di bestialità che irrompe in una comunità oggi attonita e preoccupata». «Siamo seriamente preoccupati per quello che può accadere e per eventuali ritorsioni- hanno aggiunto i sindaci- ci sono ragazzi di Rionero che vanno a scuola a Melfi e viceversa. Siamo preoccupati perché un’antica rivalità, che credevamo superata in tutti i settori, potrebbe tornare». Vero è anche che mai si era giunti a tanto. Al più, i membri delle rispettive tifoserie negli ultimi anni erano stati sanzionati per comportamenti scorretti durante le partite con successivi divieti di assistere alle agli incontri.

 

Le reazioni – Il presidente della Regione Basilicata Vito Bardi ha definito i responsabili di quanto successo dei «delinquenti che la devono pagare cara». Stessa linea tenuta dal questore Fusiello che ha commentato la misura dei 25 arresti come una «risposta molto dura ma adeguata alla circostanza», ringraziando le forze di polizia la cui «presenza sul territorio delle volanti ha permesso di individuare gli autori dell’aggressione». Si è detto «sconcertato», a nome di tutto il calcio italiano, anche Gabriele Gravina, presidente della Figc.