Per il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi questo è il 35esimo procedimento giudiziario

Per il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi questo è il 35esimo procedimento giudiziario

Non c’è bis senza ter. Nuovo capitolo della saga dei processi “Ruby”. Silvio Berlusconi è “gravemente” indiziato del reato di “corruzione in atti giudiziari” per aver pagato il silenzio non solo delle ragazze chiamate a testimoniare sulle serate ad Arcore, ma anche e soprattutto di Karima el Marough (in arte Ruby) alla quale – questa è l’ipotesi degli inquirenti – avrebbe promesso “un ingente compenso se avesse taciuto o ‘fatto la pazza”’. L’origine del nuovo procedimento è nelle motivazioni della sentenza in primo grado del processo “Ruby-bis”, emessa lo scorso 19 luglio 2013 dalla quinta sezione penale del Tribunale di Milano.

Il Cavaliere, secondo i giudici, è ”colui che elargiva le somme di denaro”, circa 2.500 euro al mese per ciascuna delle 18 ragazze, ora indagate anche loro per falsa testimonianza e corruzione in atti giudiziari, che hanno preso parte alle serate di Arcore. “I termini di reato saranno comunicati ai difensori delle persone che ne faranno richiesta a norma dell’art. 335 del codice di procura penale”. Così ha precisato il procuratore capo del tribunale di Milano Edmondo Bruti Liberati in un breve comunicato letto alla stampa.

Silvio Berlusconi e i suoi difensori, gli avvocati Niccolò Ghedini e Piero Longo, sono le tre figure di spicco tra i 45 indagati a Milano nell’ambito della inchiesta “Ruby ter”. Al netto delle dovute cautele procedurali del procuratore capo di Milano, quello di cui sono accusati Berlusconi, Longo e Ghedini sembra chiaro: corruzione in atti giudiziari. Denaro in cambio di false testimonianze nei precedenti due processi del filone giudiziario Ruby. Il primo è quello in cui l’ex premier è stato condannato in primo grado lo scorso 24 giugno 2013 a 7 anni di reclusione e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici per concussione e prostituzione minorile. Il secondo, il “Ruby-bis”, ha visto condannati, sempre in primo grado, lo scorso 19 luglio 2013 Emilio Fede (7anni), Lele Mora (7anni) e Nicole Minetti (5 anni) per sfruttamento della prostituzione, anche minorile.

“Iscrizione atto dovuto”. Bruti Liberati, nella nota già citata, ha spiegato che il provvedimento, a seguito della trasmissione degli atti da parte dei giudici che hanno pronunciato le sentenze dei due processi Ruby, era un atto dovuto. Bruti Liberati non ha comunicato né nomi degli indagati né i reati contestati, che tuttavia sono desumibili dalle motivazioni delle sentenze nei processi già conclusi.

Il passaggio chiave nelle motivazioni della sentenza in primo grado del Ruby-bis è il seguente: “Tutti i soggetti partecipanti alla riunione e quindi anche tutte le ragazze – si legge nelle motivazioni – sono gravemente indiziati del reato di cui all’art. 319 ter: le giovani donne che poi rendevano false testimonianze (il reato di falsa testimonianza concorre col reato di corruzione in atti giudiziari) in qualità di testimoni e, quindi pubblici ufficiali, ricevevano denaro e altre utilità, sia prima che dopo avere deposto come testimoni; Berlusconi in qualità di soggetto che elargiva denaro e altre utilità; gli avvocati Longo e Ghedini in qualità di concorrenti per aver partecipato, nella loro qualità di difensori di Berlusconi alla riunione del 15 gennaio 2011”.

Federico Thoman