«Associazione nazionale contro le discriminazioni da orientamento sessuale»: le finalità di Anddos, sulla carta, erano sociali e culturali. E per questo riceveva finanziamenti dall’Unar, l’Unione anti discriminazioni razziali di Palazzo Chigi. Ma dietro l’associazione culturale si nasconderebbero circoli gay in cui si pratica sesso a pagamento. A denunciarlo è stato un servizio de «Le Iene» andato in onda domenica sera, che ha mostrato come l’Unar, Ufficio del Governo che fa capo al dipartimento delle Pari opportunità, abbia finanziato nel 2016 associazioni contro l’omofobia che nei fatti svolgevano attività commerciale e ricreativa e in cui si praticava la prostituzione.

Massaggi e prostituzione – Per capire cosa succedeva nei locali di Anddos è bastato parlare con alcuni clienti: nel circolo ci sono due “dark room”, una stanza dove le persone si incontrano al buio, e si effettuano regolarmente massaggi con “servizi extra” a pagamento. Una vera e propria attività prostitutiva dunque, ma finanziata indirettamente dal Governo per le sue presunte attività sociali e culturali. L’attività di Anddos non si limiterebbe ai locali romani: secondo l’associazione ProVita, la prima a fare esplicitamente il nome di Anddos, sono numerose le attività commerciali e ricreative affiliate all’associazione che beneficiano dei fondi pubblici usando come copertura una presunta attività come centri di ascolto e antiviolenza. Tra queste la sede Macholato a Napoli, pure dotata di “sex box” e “dark room, e il Circolo Bunker a Roma,“il più grande sex club della capitale”.

2

Francesco Spano, ex-direttore dell’Unar, dimessosi dopo le polemiche

Le dimissioni di Spano – Il direttore dell’Unar, Francesco Spano, si è dimesso dopo le polemiche suscitate dal servizio per «rispetto al ruolo e al lavoro che ha svolto e continua a svolgere l’Unione». Spano, interrogato dall’inviato delle “Le Iene” si era detto all’oscuro dell’attività commerciale e prostitutiva svolta da Anddos e aveva promesso delle verifiche. All’obiezione che anche il suo nome compare tra i tesserati di Anddos, Spano aveva replicato di non essere mai stato coinvolto in prima persona nelle attività dell’associazione. Dopo le verifiche l’ex direttore ha comunque affermato che il servizio della trasmissione era tendenzioso e mistificatorio, «non solo perché i finanziamenti in questione non sono stati ancora erogati, ma perché ad essere considerati finanziabili sono i singoli progetti sociali proposti dalle associazioni e adeguatamente valutati da una commissione». Secondo l’associazione ProVita Onlus, che era stato inizialmente omesso nel servizio de «Le Iene», è difficile immaginare che il presidente dell’Unione anti-discriminazione non conoscesse le attività che si praticavano nei locali romani di Anddos: «Spano era presente all’inaugurazione della nuova sede nazionale a Roma, facendosi fotografare accanto al presidente Mario Marco Canale».

Le reazioni politiche – ProVita Onlus è decisa ad andare fino in fondo e vuole denunciare l’Unar per abuso d’ufficio e malversazione di fondi pubblici. La vicenda ha scatenato subito la polemica politica, con le reazioni indignate di diversi esponenti del centrodestra: Maurizio Gasparri e Carlo Giovanardi chiedono il blocco immediato dei finanziamenti destinati a queste associazioni, ma anche il Movimento 5 Stelle prepara un’interrogazione parlamentare. Massimo Gandolfini, presidente del comitato per il Familyday invoca l’intervento del governo e afferma che le dimissioni di Spano non sono sufficienti, ora bisogna sciogliere l’ente e rifondarlo. Anddos è una voce importante della galassia lgbt e secondo Gandolfini le ultime vicende dimostrano che queste associazioni usano la lotta contro discriminazione e bullismo come copertura per una vera e propria «colonizzazione del gender».