«L’Europa ci chiede di seguire la sostenibilità, ma in queste condizioni l’unica cosa non sostenibile è la nostra vita». Così gli agricoltori lombardi che giovedì 1 febbraio si sono ritrovati nei pressi di Melegnano, in provincia di Milano, per il terzo giorno di protesta contro le politiche agricole dell’Unione europea e del governo. Oltre cento allevatori e coltivatori del coordinamento “Riscatto agricolo” con i loro trattori hanno bloccato il traffico sulla strada Binasca nella zona del casello dell’Autostrada del Sole, sfilando in corteo per circa un’ora.

Mentre la protesta per chiedere meno vincoli al comparto agricolo e maggiori sussidi al settore divampa in tutta Europa, questa sera il Consiglio europeo straordinario ha sul tavolo proprio la contestata Politica agricola comune (Pac) e del Green Deal. Intanto gli agricoltori lombardi hanno in programma di continuare a far sentire la propria voce e nel pomeriggio hanno portato la protesta in sella ai trattori fino al grattacielo Pirelli.

La protesta – Il gelo della pianura lombarda non ha fermato gli agricoltori che da martedì protestano per contestare le regole comunitarie sull’agricoltura. Sui trattori diverse bandiere tricolori e slogan dipinti: «No farmer no food», recita un cartello. «L’agricoltura è vita» c’è scritto su un secondo mentre qualcuno chiede «Lollobrigida dove sei?». Moltissimi gli agricoltori under 30 presenti al presidio. Hanno scelto di proseguire l’attività di famiglia ma si sentono ora, come molti loro coetanei, abbandonati dalle istituzioni. «Non abbiamo sicuramente scelto questa vita per arricchirci, ma ci piacerebbe che il nostro compenso sia commisurato ai costi che dobbiamo affrontare e soprattutto che la figura dell’agricoltore venga riabilitata agli occhi dei più» racconta a La Sestina Samuele F., di 21 anni. Rispetto alle proteste in Germania, Francia e Belgio il clima è disteso, ma la disillusione dilagante: «Non ce l’abbiamo con il governo ma con l’Unione europea», continua.

Le rivendicazioni – Costi di produzione elevati, tassi di interessi sui mutui troppo alti, politiche europee inapplicabili. Sono queste le principali rivendicazioni dei lavoratori che con i loro trattori hanno raggiunto Melegnano per protesta. «Le politiche agricole dell’Unione europea lasciano le aziende agricole a una sola alternativa: fallire o continuare a indebitarsi», denuncia Davide Oldani, proprietario della Cascina Bergamasca, a Magenta (MI). «Siamo qui da giorni per farci sentire e essere ascoltati», aggiunge Davide L., allevatore e agricoltore nella provincia di Milano: «I prezzi dei nostri prodotti sono troppo bassi e i provvedimenti presi dall’Europa, come la nuova PAC (Politica agricola comune), ci rallentano. Chiediamo che il ministro dell’Agricoltura porti le nostre richieste a Bruxelles». Se l’agricoltura deve essere ambientalmente sostenibile, affermano i manifestanti, anche le aziende agricole lo devono essere in termini economici. «Non puoi fare un investimento e rientrare dopo dieci anni», afferma l’allevatore Riccardo M, che precisa: «Il problema è l’aumento dei costi, in particolare quello del gasolio, che in tre anni è passato da 40 centesimi a 1 euro, quando va bene». Un ulteriore problema sollevato riguarda la concorrenza sleale di merci importate da Paesi che non rispettano gli stessi parametri di sicurezza garantiti in Unione europea. «Il cibo che produciamo in Italia», spiega ancora Oldani, «è molto migliore rispetto a quello proveniente da Paesi come Cina, India e America Latina, e vorremmo che i nostri prodotti non venissero equiparati».

Campagna elettorale – Presente anche il sindaco di Melegnano, Rodolfo Bertoli e l’europarlamentare di Fratelli d’Italia, Carlo Fidanza. Con le europee alle porte e una protesta che si sta scagliando prepotentemente contro Bruxelles, Fidanza ha colto l’occasione per fare campagna elettorale. «Noi siamo dalla vostra parte ma finora abbiamo lavorato con la minoranza» ha dichiarato di fronte alla folla distratta di agricoltori. «Avete capito benissimo quindi che se volete cambiare le cose c’è un’unica cosa da fare il 9 giugno se non volete che si parli di grilli e carne sintetica».