Il caffè di metà mattina passi, ma quello ad inizio turno proprio non s’ha da fare. La bacchettata che colpisce lo stereotipo del dipendente fannullone arriva dal Tar di Trento. La sentenza dei giudici dà ragione al ricorso contro un provvedimento disciplinare preso dalla questura del capoluogo trentino nei confronti di un poliziotto. Allontanarsi dal posto di lavoro, fosse anche per alcuni minuti, per prendere caffé e acqua dal distributore automatico, ad inizio turno “non sembra certo decoroso, quando si presume che una persona abbia già fatto colazione”.

La pausa caffé preventiva del dipendente pubblico “non appare l’esercizio di un diritto costituzionalmente garantito, ma solo un comportamento non conforme a canoni di diligenza e scrupolo professionale” , dicono i giudici.

Quando l’internazionalmente accettato coffee break si trasforma in malcostume italico la magistratura richiama all’ordine. Ma se la pausa caffè è un sacrosanto momento di stacco, in questo caso non se ne può proprio parlare, dato che a lavorare non si è neppure cominciato.

Silvia Ricciardi