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Si affida ai social network Antonia Comin, madre dello studente precipitato a Milano dalla finestra di un Hotel. «Ho trascorso questi ultimi vent’anni amandolo, curandolo, ascoltandolo, condividendo con lui le sue conquiste, le sue gioie, i suoi insuccessi; sostenendolo e costruendo con lui ogni momento, perché acquisisse solide radici ma anche valide ali per volare». Non si dà pace Antonia Comin, professoressa di italiano e latino che attraverso Facebook esprime il suo dolore e accusa: «L’hanno lasciato morire, solo e nell’indifferenza generale. Non ci sono lacrime né parole che possano esprimere il vuoto, la privazione, l’assurdità di tutto, il silenzio innaturale, il dolore».

Gli inquirenti hanno escluso la caduta accidentale, ritenuta “impossibile” viste la caratteristiche della finestra dell’hotel dove alloggiava il giovane studente. L’altezza dal pavimento al davanzale è di circa un metro e dieci centimetri. Le cause della caduta – avvenuta il 10 maggio – restano allora misteriose. La madre ritiene assurda l’ipotesi del suicidio: «Il mio Domenico non si è tolto la vita. Era sereno, felice. Aveva mille passioni», scrive.

Forse Domenico non aveva bevuto «soltanto una birra» come riferito agli inquirenti dai suoi compagni di scuola. Forse qualcuno durante la nottata gli ha dato del lassativo per scherzo: dalle indagini, emerge che il diciannovenne ha accusato «problemi di stomaco poco prima di morire». Il medico legale, inoltre, ha notato un livido che potrebbe essere stato lasciato da una forte stretta di mano, nell’estremo tentativo di trattenere il ragazzo durante la caduta. Per capirne di più, saranno visionati e analizzati anche alcuni filmati delle telecamere dell’hotel e verranno effettuati nuovi esami sul corpo del ragazzo.

Domenico Motisi