Tre uomini sono stati arrestati con l’accusa di tentata rapina avvenuta il 10 febbraio ai danni della gioielleria Corcione a Frattamaggiore, comune alle porte di Napoli. I tre pregiudicati, di 27, 29 e 41 anni, sono stati catturati nella notte tra il 12 e 13 febbraio. Uno ha una ferita d’arma da fuoco, probabilmente causata dai colpi di pistola sparati dal Luigi Corcione, il gioielliere che aveva ucciso un loro complice, Raffaele Ottaiano, nel corso del tentativo di rapina. Pochi minuti dopo la rapina del 10 febbraio, un poliziotto fuori servizio aveva arrestato anche un quinto componente della banda, Luigi Lauro, il “palo”, che con uno stratagemma aveva favorito l’ingresso dei banditi nella gioielleria. Secondo fonti interne, gli inquirenti avrebbero già in mano indizi gravi sulla colpevolezza dei banditi, due di loro avrebbero già confessato il reato nell’interrogatorio notturno subito dopo l’arresto. Il terzo non ha ancora confessato, ma i carabinieri dopo aver perquisito la sua casa hanno trovato un paio di scarpe e un giubbotto che corrisponde a quelli usati da uno dei rapinatori.

Il video acquisito dagli investigatori ha ripreso la fase finale della rapina. Nelle immagini si vede il gioielliere uscire armato dal negozio, prima dell’arrivo della polizia. Per questo Corcione è stato iscritto nel registro degli indagati. Si è parlato molto di questo caso dopo le parole di Matteo Salvini. Il leader della Lega a Mattino Cinque aveva difeso Corcione: «La difesa è sempre legittima, noi stiamo con il gioielliere. Una nuova legge sulla legittima difesa, che tuteli le persone perbene e non i delinquenti, sarà priorità del mio governo». Qualche polemica anche per il tweet di Emilio di Marzio. Il candidato alla camera per il Pd nel collegio di Napoli Sud, aveva scritto sul suo profilo: «Uno in meno. Complimenti al gioielliere e al poliziotto fuori servizio». Dopo aver cancellato il tweet di Marzio si è scusato dicendo: «Sono stato frainteso».