«Atac resta dei cittadini. I romani vogliono resti pubblica». Sono queste le parole affidate a Twitter del sindaco di Roma Virginia Raggi, dopo il risultato del referendum consultivo sulla liberalizzazione del servizio di trasporto pubblico della Capitale che si è svolto domenica 11 novembre. I sì sono stati la maggioranza, ma non è stato raggiunto il quorum del 33%. Il partito radicale, che ha promosso la consultazione, annuncia ricorso al Tar.
#AtacRestaDeiCittadini. I Romani vogliono resti pubblica. Ora impegno e sprint finale per rilanciarla con acquisto 600 nuovi bus, corsie preferenziali, più controlli, riammodernamento metro. Attenzione e rispetto per tutti i votanti.
— Virginia Raggi (@virginiaraggi) 11 novembre 2018
Seconda vittoria – Dopo l’assoluzione di sabato 10 novembre nel processo Marra, si tratta di un altro successo per la sindaca Raggi, schierata insieme alla Lega e LeU per il no al referendum consultivo che voleva sottrarre il pieno controllo municipale sulla società di trasporti pubblici. Il voto non ha visto il raggiungimento del quorum dei votanti, che si è fermato al 16,4% degli aventi diritto. La Raggi ora promette un rilancio del servizio pubblico, con nuovi mezzi di superficie e l’ammodernamento delle linee sotterranee. Già nella serata di domenica è arrivata la replica da parte del parlamentare radicale Riccardo Magi e del movimento “mobilitiamo Roma”, che hanno annunciato un ricorso al tribunale amministrativo regionale (Tar) imputando alla giunta una scarsa informazione e l’adozione di procedimenti dubbi nelle operazioni di voto.
Contestazioni – «A nostro avviso il quorum non c’è, quindi impugneremo la questione davanti al Tar», ha detto Magi. Lo statuto del Comune di Roma, modificato il 30 gennaio, non prevede più un numero di votanti minimo. La nuova regolamentazione, però, entrata in vigore lo stesso giorno della proclamazione del referendum, per decisione del Campidoglio non è stata applicata alla consultazione di domenica. Sempre secondo Magi, sono arrivate «numerose segnalazioni di fatti gravissimi […] Molti presidenti impediscono di votare a chi e’ sprovvisto di tessera elettorale, mentre il regolamento afferma che e’ sufficiente il documento di identità». Il Campidoglio si difende, con un comunicato dove spiega di aver trasmesso corrette istruzioni a tutti i seggi. «Per poter votare, l’elettore deve esibire un documento di riconoscimento. Sono ammessi a votare gli elettori iscritti nelle liste della sezione, anche se sprovvisti di tessera elettorale. La tessera elettorale, eventualmente esibita, non deve essere timbrata dal Presidente come attestazione di voto».
I perché del voto – L’Atac gestisce i trasporti metropolitani, tranviari e automobilistici del Comune di Roma. Nata agli inizi del ‘900, da alcuni anni presenta un bilancio in forte perdita, un’alta quota di assenteismo, una scarsa qualità del servizio e una manutenzione carente del materiale, con numerosi autobus che hanno preso fuoco durante il servizio. Da qui l’idea da parte di Pd, Radicali e Forza Italia di procedere alla messa a gara della gestione delle tratte.