Un’ordinaria assemblea stravolta da una visita (forse) inaspettata. Per il Consiglio regionale della Liguria, quella del 7 maggio è stata una mattinata trafficata. Uomini della Guardia di Finanza hanno raggiunto gli uffici di via Fieschi, a Genova, per acquisire documenti nell’ambito dell’inchiesta avviata ormai da tempo sulle spese dei gruppi consiliari. Cercavano, per l’esattezza, i bilanci originali dell’anno 2012.

A dare notizia della visita è stato lo stesso Consiglio, oggi riunito in assemblea. Non è stata sequestrata nessuna nuova carta – è stato subito precisato in una nota – soltanto originali di documenti ottenuti già in passato in fotocopia: «documentazione relativa all’anno scorso non ancora approvata e quindi non ancora ufficiale».

Da alcuni mesi la Procura di Genova indaga sulle presunte spese pazze del Consiglio. Dopo i sequestri e gli avvisi di garanzia ad alcuni esponenti (quasi tutti ex) dell’Italia dei valori, nel mirino dei finanzieri del nucleo di polizia tributaria, lo scorso gennaio, sono finiti anche i conti di Pd, Pdl e Udc. A insospettire, cene, gioielli e regali inconsueti. La Procura ha così acquisito i bilanci di tutti i gruppi dal 2010 al 2012: tre anni durante i quali i soldi dei rimborsi elettorali sarebbero serviti a coprire spese non istituzionali.

Cinque avvisi di garanzia, per altrettanti consiglieri, sono poi partiti lo scorso marzo. A riceverli, sono stati Luigi Morgillo (Pdl), Alessio Saso (Pdl), Franco Rocca (Pdl), Aldo Siri (Liste civiche per Biasotti presidente), Raffaella Della Bianca (Gruppo Misto Riformisti italiani).

L’inchiesta sulle spese del gruppo dei dipietristi, avviata dal procuratore aggiunto Nicola Piacente, si fa così sempre più grande e complessa. Non resta che aspettare per sapere se i documenti appena acquisiti aggiungeranno al puzzle nuovi pezzi.

Giulia Carrarini