Diffusione di riprese e registrazioni fraudolente. Questo è il reato per cui è indagata dalla Procura di Roma la professoressa che nel dicembre 2020 ha filmato l’incontro tra Matteo Renzi e l’ex dirigente dell’Aisi Marco Mancini nell’autogrill di Fiano romano. La diffusione del video nella trasmissione televisiva Report ha fatto scattare lo scorso marzo l’esposto di Renzi. Il senatore di Firenze ipotizza un presunto collegamento tra la donna e i servizi di informazione e sicurezza, ipotesi smentita dall’indagata che si è difesa rivendicando il suo diritto di cronaca.

Le indagini preliminari- Durante l’interrogatorio dell’8 novembre, la donna, una professoressa di arte, assistita dal suo legale Giulio Vasaturo, ha dichiarato agli inquirenti che la sua presenza nel momento dell’incontro tra Renzi e Mancini era del tutto casuale. L’indagata ha aggiunto di non aver percepito alcun compenso in cambio della diffusione del filmato e, durante l’interrogatorio, ha consegnato all’autorità giudiziaria prove sulla salute del padre e i telepass pagati per il tratto di strada percorso. La professoressa ha spiegato agli inquirenti di aver voluto condividere il video per dare un contributo da cittadina al diritto di informazione. La dichiarazione non è irrilevante poiché, secondo quanto previsto dal codice penale, l’esercizio del diritto di cronaca esclude la punibilità per il reato di “diffusione di riprese e registrazioni fraudolente”.

La vicenda- Il 23 dicembre 2020 la professoressa si dirigeva in auto con il padre da Roma verso nord per poter trascorrere il Natale con i familiari. Durante il tragitto un malessere avvertito dal genitore ha costretto la donna a fare una sosta nell’autogrill di Fiano romano. Dopo aver bevuto una camomilla al bar e aver riaccompagnato il padre in auto, l’attenzione della professoressa è stata catturata dall’arrivo di una macchina scortata nell’area di parcheggio dell’autogrill. Un individuo in giacca e cravatta è sceso dalla vettura ed è stato raggiunto pochi minuti dopo dall’ex presidente del Consiglio Matteo Renzi, arrivato anche lui scortato. La presenza del senatore di Firenze ha sollecitato la donna ad estrarre dalla tasca il cellulare e a filmare Renzi con il suo interlocutore. Credendo che quell’incontro potesse essere d’interesse pubblico, la professoressa ha inviato 6 delle 13 foto scattate a Il Fatto Quotidiano ma la redazione non le ha mai risposto. Pochi mesi dopo, l’indagata ha mandato il video a Report, utilizzando l’email segnalata sui canali social della trasmissione televisiva, che ha trasmesso il filmato a maggio 2021. Matteo Renzi, ipotizzando un collegamento tra la donna e i servizi di informazione e sicurezza, ha presentato un esposto lo scorso marzo alla procura di Roma che ha iscritto successivamente la donna nel registro degli indagati.