La Procura di Pescara ha chiuso le indagini sulla tragedia del resort di Rigopiano che il 18 gennaio 2017 fu travolto da una valanga provocando la morte di 29 persone. Nella mattina di lunedì 26 novembre la Procura ha notificato a 24 persone e una società (la “Gran Sasso Resort & Spa”) l’avviso che precede il rinvio a giudizio.Tra gli indagati ci sono anche l’ex prefetto di Pescara Francesco Provolo, il presidente della Provincia Antonio Di Marco, il sindaco di Farindola (Pescara) Ilario Lacchetta e i dirigenti della Protezione Civile Carlo Visca e Vincenzo Antenucci. Al termine delle indagini condotte dal Procuratore capo di Pescara, Massimiliano Serpi, e dal pm Andrea Papalia, sono sette i reati contestati a vario titolo: disastro colposo, lesioni plurime colpose, omicidio plurimo colposo, falso ideologico, abuso edilizio, omissione d’atti d’ufficio e abuso d’ufficio. I pm invece chiederanno l’archiviazione per altre 15 persone, tra cui gli ex governatori Luciano D’Alfonso, Ottaviano Del Turco e Gianni Chiodi.

L’inchiesta – Dalle indagini svolte dai carabinieri forestali è emerso che l’hotel andava chiuso durante l’inverno e che il Comune non avrebbe dovuto rilasciare i permessi edilizi per la costruzione dell’edificio visto il pericolo valanghe: «L’assenza della carta di Localizzazione del pericolo da Valanga laddove emanata – si legge in un passaggio delle 45 pagine di chiusura delle indagini – avrebbe di necessità individuato nella località stessa in Comune di Farindola un sito esposto a tale pericolo e ha fatto sì che le opere già realizzate dell’Hotel Rigopiano a seguito dei permessi di costruire (…) non siano state segnalate dal locale sindaco. Tali informazioni avrebbero determinato l’immediata sospensione di ogni utilizzo nella stagione invernale». Escludendo il sindaco Lacchetta, l’inchiesta ha portato allo stralcio di tutte le altre figure politiche perché non sarebbero emerse responsabilità dirette nella predisposizione della Carta delle valanghe: oltre agli ex presidenti della Regione, sarà richiesta l’archiviazione anche per tutti gli assessori alla Protezione Civile che si sono succeduti fino al 2017 e per l’ex vice presidente della Regione Enrico Paolini. Stralciata anche la posizione di Daniela Acquaviva, la funzionaria della Prefettura di Pescara diventata nota per non aver creduto all’allarme lanciato al telefono dal ristoratore Quintino Marcella: «La madre degli imbecilli è sempre incinta», aveva risposto.

La tragedia – A causare la morte di 29 persone, 15 uomini e 14 donne, fu una slavina provocata da diverse scosse sismiche che nel pomeriggio del 18 gennaio 2017 travolse l’albergo “Rigopiano-Gran Sasso resort”. Dopo una settimana di ricerche, dei 40 ospiti dell’hotel, i superstiti furono solo 11 (tra cui 4 bambini): coloro che in quel momento si trovavano all’esterno della struttura o ai piani superiori.