Pioggia di goal ma anche di petardi e pietre. Il Marocco nel pomeriggio di domenica 27 novembre ha sconfitto in Qatar il Belgio per 2-0 con la rete finale di Aboukhlal. A Bruxelles i tifosi marocchini sono scesi per le strade del centro e intorno alla stazione Midi lanciando oggetti e appiccando il fuoco ad auto, scooter e monopattini elettrici. La polizia in tenuta anti-sommossa è intervenuta con camionette, idranti e gas lacrimogeni per sedare gli scontri. Una dozzina gli arresti effettuati il giorno dopo dalle forze dell’ordine belghe.
Danni e Feriti- Nell’episodio di guerriglia urbana sono rimasti danneggiati diversi veicoli ed è stato ferito al volto con fuochi d’artificio un giornalista dell’emittente Rtbf, secondo quanto riportato da L’Equipe che cita le forze dell’ordine locali. Rtbf ha annunciato l’iintenzione di sporgere denuncia, anche perchè un altro loro giornalista e un cameraman sono stati aggrediti fisicamente mentre “coprivano” i disordini. Immediata la condanna per i disordini da parte del sindaco di Bruxelles Philippe Close in un tweet: «Condanno con la massima fermezza gli incidenti, la polizia è già intervenuta con fermezza».
Problemi di integrazione- L’episodio ha fatto riemergere il delicato problema dell’immigrazione e dell’integrazione, molto radicato in Belgio. La minoranza marocchina è la prima e la più importante nel Paese. Secondo l’ufficio nazionale di statistica, al 1° gennaio 2020, sarebbero oltre 550mila i cittadini di origine marocchina presenti in Belgio. Il flusso migratorio era cominciato nel 1964 a seguito di un patto tra Bruxelles e Rabat che aprì la strada all’immigrazione dal Paese nordafricano in Belgio che, per via del forte sviluppo, cercava sempre più lavoratori. La capitale Bruxelles è quella con il numero maggiore di marocchini: il radicamento della minoranza in quartieri per lo più periferici e la scarsa integrazione sociale pongono da anni diversi problemi alle autorità locali. Numerosi gli episodi di violenza nel corso degli anni, ma soprattutto il Belgio è stato anche il paese natale di alcuni terroristi. Il caso più famoso è quello di Saleh Abdeslam, l’unico sopravvissuto tra gli autori della strage del Bataclan di Parigi del 2015, condannato il 29 giugno 2022 all’ergastolo senza condizionale. Sulla qForti critiche sul tema sono arrivate nella giornata di domenica anche dal vicepremier italiano e ministro delle Infrastrutture dei Trasporti, Matteo Salvini che, tramite un tweet, ha lanciato una frecciatina all’Europa: «Un conto è festeggiare, un altro è violentare interi quartieri. In Europa ci dobbiamo interrogare: alcuni importanti pezzi di città sono totalmente fuori controllo, soprattutto a causa di una gestione dell’immigrazione e di un’integrazione evidentemente fallimentari».